20 anni fa la morte di Marco Biagi, il ricordo dell’Ugl
Flessibilità e cambiamenti nel mondo del lavoro a 20 anni dall’assassinio di Marco Biagi, docente di Diritto del Lavoro e consulente del Ministero del Lavoro. Di questo si è parlato oggi a Palazzo Wedekind di Roma nel corso dell’evento “Dalla riforma Biagi ai nuovi lavori” organizzato dall’UGL, proprio sulla figura del giuslavorista. Presenti all’evento, tra gli altri, il segretario Ugl, Paolo Capone e l’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.
“Vogliamo commemorare il Marco Biagi vivo- ha detto quest’ultimo- cioè la persona che non solo va onorata per il sacrificio consapevole, ma che occorre anche riscoprire. Viviamo un periodo di insicurezze che si ripercuotono inevitabilmente sul mondo del lavoro, in tal senso, abbiamo bisogno di chi ci disse di non affidarci esclusivamente alle tutele difensive del ‘900. Il mercato del lavoro sta mutando a tal punto che oggi si stanno esaurendo anche gli strumenti tradizionali. Pertanto, è più che mai attuale l’insegnamento di Marco Biagi, fondato su flessibilità e prossimità del mercato del lavoro”. Per Pasquale Viespoli, già Sottosegretario al Ministero del Lavoro, “nella cultura del Libro Bianco del lavoro, che esprimeva un disegno e un itinerario di riforma del mondo occupazionale, c’è il tema della democrazia economica, della partecipazione, del riconoscimento di un’Italia che progressivamente ha vissuto una desertificazione dei soggetti sociali”.
Secondo Paolo Capone, invece, “Marco Biagi aveva intuito che per rispondere alle radicali trasformazioni in corso nel mondo del lavoro e dare tutela e diritti alle nuove tipologie di occupazione è fondamentale garantire maggiore flessibilità. La sua visione espressa nel Libro Bianco era incentrata sulla riforma delle politiche attive e sull’attuazione di programmi di formazione, presupposto essenziale per rilanciare l’occupazione. Biagi era un sostenitore del dialogo fra tutte le parti sociali, un elemento imprescindibile per rimettere al centro la dignità del lavoratore. Il pensiero di Biagi offre molti spunti al dibattito attuale, penso in particolare alla necessità di rafforzare e difendere la contrattazione collettiva dai tentativi volti ad indebolirla attraverso leggi calate dall’alto a danno dei lavoratori”.
Giulio Romani, Segretario Confederale Cisl, come delegato di Luigi Sbarra, Segretario Generale Cisl, ha affermato “sebbene ci troviamo in un momento di crisi della rappresentanza, il sindacato continua a essere un soggetto autorevole e presente sul territorio. Permane un bisogno di rappresentanza da parte del mondo del lavoro che si riscontra nell’adesione alle organizzazioni sindacali. Nel tempo l’evoluzione del mercato del lavoro ha messo a dura prova il sindacato nel suo rapporto con la politica. In tal senso, occorre costruire un nuovo modello di relazioni fra le parti sociali e il mondo istituzionale, che non si trinceri dietro le novità, ma che sappia interpretare I processi di transizione in corso”.
Infine per Natale Forlani, già Amministratore Delegato di Italia Lavoro, “Biagi aveva ben presente che la flessibilità poteva essere una opportunità per migliorare le tutele e I diritti del lavoratore. La sfida del Libro Bianco era proprio quella di regolare la flessibilità investendo sulla competenza delle persone. Il reddito di cittadinanza è uno degli esempi della controriforma successiva fondata esclusivamente sulla logica dei sussidi”.