Abolire il reato di clandestinità?
ROMA – E’ pronto il decreto per abrogare le norme del governo Berlusconi di sette anni fa che avevano istituto il reato di clandestinità. E non mancano le reazioni contrarie, che si contrappongono alla decisione del governo. L’abolizione del reato di immigrazione clandestina “proprio in un momento come questo è un errore. Noi dobbiamo da una parte continuare ad accogliere coloro che sono profughi, ma dall’altra dare un segnale molto forte. Chiunque entra in Italia e non è nella condizione di profugo ma è un immigrato clandestino deve essere rimandato indietro”. Lo dice Maurizio Lupi, capogruppo Area Popolare alla Camera, al Gr1 Rai. “Le leggi – prosegue Lupi – danno delle indicazioni molto chiare e molto forti delle regole di un paese. Spetta poi ai tecnici attuarle nel miglior modo possibile. Quando un tecnico fa il politico ha sempre fatto grandi danni, purtroppo, nel nostro paese. Quindi i tecnici facciano i tecnici e noi facciamo la nostra parte”.
La delega scade il 17 gennaio. “Ci sarà un confronto serio come è naturale che sia all’interno del governo – conclude Lupi – . Tante deleghe sono state attuate, altre sono state fatte decadere proprio perché non c’erano le condizioni per attuarle. Anche dopo quello che è successo in Germania, dopo quello che sta succedendo nell’intera Europa, che l’Italia dia un segnale che va in un’altra direzione secondo me dà solo fiato a colore che hanno alcun interesse ad accogliere coloro che sono in difficoltà, ma vogliono solo fare populismo su questi temi“.
Questa la reazione di Enrico Zanetti (Scelta civica): “Così come era stata configurata, la rilevanza penale della clandestinità non ha funzionato. Oggi però un governo che lavora per questioni vere e non per ideologie deve porsi anche il tema di come rendere efficaci i meccanismi di respingimento ed espulsione, non di abolire il reato e stop”.
Contrario all’abolizione Paolo Romani, presidente del gruppo di Forza Italia al Senato: “Cancellare, soprattutto in questo momento, il reato di immigrazione clandestina denota da parte del governo una buona dose di incoscienza. E chi sostiene che quella norma non abbia avuto effetti dissuasivi, dovrebbe riflettere sulle inevitabili conseguenze negative che una simile depenalizzazione comporterà. Purtroppo in materia di immigrazione, come su tutto il resto, Renzi fa esattamente l’opposto di quello che servirebbe, in totale controtendenza con il giro di vite che è in corso nel resto d’Europa. E mentre la missione Eunavfor Med, anziché contrastare gli scafisti continua a traghettare clandestini in Italia con l’assenso del nostro governo, il finto buonismo della sinistra produrrà altri danni incalcolabili. Occorrerebbe invece, anche alla luce degli episodi inaccettabili e vergognosi accaduti in alcune città tedesche, un ripensamento complessivo sulla politica dell’immigrazione e dell’integrazione, anche per quanto riguarda i richiedenti asilo”.
Scrive su twitter Raffaele Fitto: “E’ un errore abolire reato clandestinità. Governo non ha strategia su immigrazione. Rischio nuova ondata in estate #migranti”.
A favore dell’abolizione Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega agli Affari Europei: “Il reato di clandestinità non ha funzionato, perché rende addirittura molto più difficile e più lunga l’espulsione e molto più complessa la lotta contro i trafficanti di esseri umani”. “L’esperienza – ha proseguito- dice che quella norma non ha funzionato, ma questo non vuol dire che agli irregolari non verranno comminate sanzioni di tipo amministrativo. Vuol dire che è meglio considerare il clandestino come persona informata dei fatti, perché facilita le indagini e le accelera, anziché doverlo considerare, per lo status di immigrato in verifica di regolarità, un criminale”.
Questa la reazione del sindaco di Verona e segretario di Fare! Flavio Tosi: “Il reato di clandestinità, anzichè cancellato, va ridefinito, perché così com’è, la norma non ènemmeno un deterrente: i clandestini se ne fanno un baffo della sanzione amministrativa prevista, da 5 a 10 mila euro. Serve un provvedimento che renda effettivi i respingimenti e le espulsioni, meglio all’interno di una cornice europea, così eviteremo che qualche magistrato buonista lo smantelli, com’è accaduto alla Bossi-Fini”. (DIRE)