Adozioni internazionali, è stallo
MILANO – In Italia la adozioni internazionali sono in stallo. “La situazione è molto grave. La Commissione adozioni non si riunisce da tre anni e non adempie di fatto agli importanti compiti che le spettano”: a rilanciare la denuncia della paralisi in cui versa il settore è, questa volta, Paola Crestani, presidente del Ciai (Centro italiano aiuti all’infanzia), associazione nata nel 1968 e la prima a occuparsi nel nostro Paese di adozioni internazionali. “Tale è lo sfascio, che non viene neanche aggiornato il sito web della Commissione per cambiare il nome della presidente”, afferma in apertura del convegno, organizzato dal Ciai stesso, sull'”Adozione che verrà”, in corso all’Università Bicocca di Milano. Dal maggio scorso è il ministro Maria Elena Boschi a guidare la Commissione, in sostituzione di Silvia Della Monica che è però rimasta come vice presidente. Quest’ultima è stata per lungo tempo al centro di scontri e polemiche con una parte delle associazioni e degli enti che si occupano di adozioni. E una delle critiche principali che le sono state rivolte è di non aver convocato la Commissione stessa. “Tra i compiti della Commissione c’è il controllo della regolarità denti che gestiscono le adozioni -ha aggiunge la presidente del Ciai-, ma se non viene riunita non può adempiere al suo dovere. Magari ci sono enti che preferiscono una situazione del genere, ma a noi non l’accettiamo”. Nella Commissione adozioni internazionali siedono i rappresentanti di sette diversi ministeri, di tre associazioni di genitori, della Conferenza unificato Stato-regioni e tre esperti.
Il convegno “L’Adozione che verrà” è dedicato, però, soprattutto a come le nuove forme di famiglia, in particolare quelle omosessuali, possono incidere sulle adozioni. “Le famiglie sono in profonda trasformazione -sottolinea Paola Crestani-. E ci domandiamo come affrontare questi cambiamenti. La nostra sfida è quella di accompagnare il cambiamento. La chiave di lettura è sempre la stessa: tutto deve essere fatto nell’interesse superiore del minore. È però un concetto vago, che è cambiato nel corso del tempo. Dobbiamo allora confrontarci, senza paure, coscienti che non troveremo oggi una risposta”.