Aeroporto Crotone, fallimento Sant’Anna: in 8 a giudizio
Dovranno presentarsi davanti al Tribunale di Crotone all’udienza del prossimo 13 giugno 2018 gli ex amministratori della società Sant’Anna s.p.a. che gestiva l’aeroporto di Crotone: BRUNO Gianluca, sindaco di Isola, Peppino VALLONE (ex sindaco di Crotone) ed inoltre Leonardo SACCO, Antonella STASI, Giovanni MAZZEI, Salvatore MIGALE, Roberto SALERNO, Cesare SPANÒ. Nei loro confronti, infatti, il P.M. Gaetano Bono, ha emesso un decreto di citazione a giudizio per rispondere di una pluralità di reati fallimentari commessi quali membri del consiglio di amministrazione della società che gestiva lo scalo aeroportuale crotonese.
In particolare è stato contestato il reato di bancarotta semplice perché, contravvenendo ai propri doveri di consiglieri di amministrazione, gli otto imputati hanno gestito la società aggravandone, con colpa grave, il dissesto, agendo in maniera antieconomica, senza alcuna realistica possibilità né di guadagno né quantomeno di pareggio, avendo –anche a fronte di una situazione patrimoniale già ampiamente compromessa ed in mancanza della necessaria ricapitalizzazione – stipulato nel 2013 un contratto con RYANAIR che prevedeva il pagamento di ben 16,00 euro per ogni passeggero in partenza, nonché una convenzione antieconomica con ENAV S.P.A. cui si pagava un corrispettivo di 90.600,00 euro al mese.
Una società, che ha accumulato un passivo di 8.700.000 euro e che, dunque, era gestita senza il minimo criterio di efficienza economica, omettendo tutte quelle iniziative (apertura di bar, esercizi commerciali o di fornitura di servizi ai viaggiatori, parcheggi a pagamento, ecc.) che non solo avrebbero un guadagno diretto, ma avrebbero incrementato il valore dello scalo e la sua appetibilità per gli operatori economici e per i viaggiatori.
Ed avendo infine aggravato il dissesto della società presentando con grave ritardo la domanda di ammissione al concordato preventivo (6.6.2014) sebbene lo stato di crisi della società si protraesse già da oltre due anni; e continuando, con manovra dilatoria, a chiedere continue proroghe al giudice delegato fino a giungere a depositare la domanda di concordato solo in data 29.12.2014, in mancanza di una realistica possibilità di successo, tanto che l’istanza veniva rigettata dal Tribunale di Crotone che, su istanza del Pubblico Ministero, dichiarava il fallimento della società. (Comunicato Stampa)