Aiom: 40 casi tumore ogni ora, 363.300 diagnosi nel 2015
ROMA – “Ogni ora in Italia vengono individuati più di 40 nuovi casi di cancro e sono 363.300 le diagnosi stimate nel 2015. Ma in diciassette anni (dal 1990 al 2007) le guarigioni sono aumentate del 18% tra gli uomini e del 10% tra le donne. L’innovazione in oncologia, infatti, ha permesso di raggiungere risultati straordinari e la ricerca scientifica ha reso disponibili armi sempre più efficaci come l’immuno-oncologia e le terapie target personalizzate, che potrebbero consentire di cronicizzare diverse malattie neoplastiche anche molto aggressive e in fase avanzata. Fra il 2010 e il 2014 sono stati introdotti, a livello globale, 45 nuovi farmaci anticancro per 53 indicazioni, mentre nell’ultimo quinquennio la spesa sanitaria pubblica in Italia (pari a 111 miliardi di euro nel 2014) è cresciuta dello 0,9%, rispetto al +3,6% delle altre voci di spesa pubblica“. Cosi’ Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), nel corso di un incontro con i giornalisti a Milano.
“È necessario individuare nuove risorse- continua- razionalizzare la spesa, secondo i principi dell’appropriatezza e del riordino dei percorsi assistenziali in oncologia, con l’istituzione dei PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) e delle reti oncologiche regionali, insieme ad una precisa definizione quali-quantitativa dell’innovazione. Questi strumenti sono importanti, ma non bastano al fine di rendere sostenibile per il Sistema sanitario nazionale quanto si prospetta nei prossimi anni come innovazione in oncologia. È stato istituito un fondo per i farmaci innovativi, ma ora è indispensabile crearne uno destinato in modo mirato all’oncologia”. Negli ultimi anni, intanto, è cresciuto l’impatto economico delle terapie anticancro: “Sono aumentate dal 23,7 al 39% fra il 2007 e il 2013”.
Per la prima volta, spiega ancora il presidente Aiom, “i farmaci antineoplastici e immunomodulatori nel 2014 si collocano in seconda posizione (dati Aifa), subito dopo i trattamenti cardiovascolari, per impatto sulla spesa farmaceutica complessiva (3.934 milioni di euro) e al primo posto per spesa pubblica a carico del Servizio sanitario nazionale (3.899 milioni), in crescita del 9,6% rispetto al 2013. L’oncologia si colloca inoltre al primo posto per numero di studi clinici con il 35% del totale (204 nel 2013)”. Ma le sperimentazioni, sottolinea Pinto, sono diminuite “in modo preoccupante, con un calo del 23,4% in cinque anni (2009-2013). In particolare, gli studi no profit hanno fatto registrare una diminuzione del 56,3%“.
Gli oncologi italiani propongono quindi al governo “di finanziare il fondo attraverso il gettito derivante dal tabacco, un centesimo in più a sigaretta, con il duplice obiettivo di finanziare il fondo e di contrastare il tabagismo. I fumatori in Italia sono 10,9 milioni- aggiunge il presidente dell’Aiom- pari al 20,8% della popolazione: 6,3 milioni sono uomini (25,1%) e 4,6 milioni donne (16,9%). Il 16,7% dei tabagisti consuma fino a 9 sigarette al giorno, il 49,2% fra 10 e 19, il 26,9% piu’ di 20. Nel nostro Paese ogni fumatore consuma in media 13,1 sigarette al giorno, per un totale di circa 140 milioni di ‘bionde’ ogni ventiquattro ore. Nel 2015 sono stimati circa 41mila nuovi casi di tumore del polmone, una malattia per la quale la prevenzione puo’ fare davvero la differenza”.
Nel nostro Paese aumenta intanto il consumo di tabacco, soprattutto nel sesso femminile, ed è “proprio fra le donne- spiega il presidente Aiom- che rileviamo significativi aumenti di nuove diagnosi di cancro al polmone. La nostra proposta, allora, prevede una precisa destinazione d’uso per una piccolissima parte del gettito che lo Stato ottiene dalle accise sul tabacco, ad oggi pari a circa 11 miliardi di euro, destinandola a sostenere il fondo e quindi a garantire l’accesso alle nuove terapie a tutti. Proprio in questa patologia, infatti, farmaci innovativi, quali quelli immuno-oncologici, stanno dando risultati importanti- conclude Pinto- e nuove speranze di lungo-sopravvivenza ai malati“. (DIRE)