Alunni stranieri, italiani in fuga dalle scuole troppo “etniche”
MILANO – Su 137 scuole elementari della città, 49 hanno una concentrazione di alunni stranieri molto superiore alla percentuale di immigrati residenti in quel quartiere. Il motivo è semplice: gli italiani si iscrivono in scuole in altri quartieri meno etnici. Il 50% dei bambini italiani dai 6 ai 10 anni di Milano infatti non frequenta quella più vicina a casa. E uno su quattro va in un istituto privato, dove la percentuali di stranieri si aggira intorno al 7% contro una media cittadina del 19%. I quartieri con le scuole in cui gli alunni stranieri superano il 30% o il 40% sono Comasina, Quarto Oggiaro, Affori, Dergano, Bovisa, Maciachini, via Padova, Giambellino, Lorenteggio, San Siro, Forze Armate, Baggio, Corvetto e Ponte Lambro. È quanto emerge dalla ricerca “La segregazione scolastica a Milano” realizzata dal Dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico. Ricerca che viene presentata oggi all’Acquario Civico durante l’incontro, promosso dall’Assessorato all’Istruzione del Comune, dal titolo “Milano, città dell’educazione interculturale. La scuola tra accoglienza e successo formativo”. “Si è in presenza di un fenomeno consistente di fuga degli italiani dalla scuole con maggiore presenza di stranieri”, sottolinea Costanzo Ranci, curatore della ricerca.
A Milano gli alunni delle elementari sono 57.465. Poco più di 11 mila sono quelli che hanno uno o entrambi i genitori stranieri, anche se i tre quarti sono comunque nati in Italia. Sono quindi stranieri solo sulla carta. Tra gli italiani, il 26% è iscritto a scuole private (in città ce ne sono 81). “In alcuni bacini periferici, caratterizzati da elevata concentrazione di stranieri nel territorio c’è un esodo degli allievi italiano verso scuole private molto elevato, sino a soglie superiori al 30% – scrive Costanzo Ranci nella ricerca-. In questi casi la scelta della scuola privata corrisponde ad un fenomeno di ulteriore ghettizzazione per gli allievi italiani che restano nella scuola pubblica e per gli allievi stranieri che risiedono in quelle aree”. Ma una fuga degli studenti italiani c’è anche verso altre scuole pubbliche. “In questi quartieri la mobilità degli studenti dentro il sistema pubblico raggiunge e supera il 40% – aggiunge Costanzo Ranci -. In aree meno segnate dalla presenza di stranieri la mobilità degli italiani cala sino al 20%, dimostrando quindi come sia la forte caratterizzazione etnica a fungere da evidente fattore di segregazione scolastica”.
Per molte famiglie milanesi la scuola privata rappresenta uno status sociale e permette di mandare i figli in “un ambiente sociale ancora fortemente connotato da omogeneità etnica, sociale e culturale”. “Pur non essendo dettata da motivazioni di carattere xenofobo – precisa Costanzo Ranci -, la scelta della scuola privata colloca un quarto della popolazione infantile di Milano in ambienti scolastici caratterizzati da un’elevatissima omogeneità culturale e sociale, esponendo però le scuole pubbliche a maggiori rischi di segregazione etnica”. Le famiglie legittimamente scelgono la scuola che vogliono, “ma l’impatto sociale e culturale di un settore scolastico privato così ampio costituisce un tema di interesse pubblico, chi ha conseguenze rilevanti anche sul sistema della scuola pubblica”, conclude. (Redattore Sociale)