Anziani, ecco l’invecchiamento attivo
ROMA – Orti sociali, rassegne cinematografiche, corsi di ballo e di musica, ma anche progetti sui marinai nelle città di mare, sul cibo e sulle tradizioni. Sono questi alcuni dei progetti realizzati in tutta Italia per sostenere l’invecchiamento attivo e la solidarietà intergenerazionale sostenuti dal Dipartimento per le Politiche della famiglia con l’iniziativa “Generazioni a confronto”. Questa mattina il Dipartimento ha aperto le porte della sala monumentale della presidenza del Consiglio dei ministri ad uno dei progetti realizzati a Roma e giunto a conclusione. Realizzato dalla Cooperativa sociale Idea Prisma 82, il progetto ha avuto il patrocinio del Municipio terzo di Roma e ha visto giovani e anziani partecipare a tre diverse attività: una street band, la realizzazione di quattro brevi reportage e un cortometraggio su come sono cambiate le abitudini alimentari, accompagnati da una rassegna sullo stesso tema, e infine un corso di ballo latino americano, oltre a vari incontri.
Quello realizzato a Roma è soltanto uno dei 49 progetti finanziati dal 2012 con i fondi dell’Unione europea. Tre i settori interessati: cooperative e associazioni, comuni ed enti locali e consorzi. “I progetti attivati hanno riguardato vari ambiti – ha spiegato Delia Amari, funzionario del Dipartimento per le Politiche della famiglia che ha seguito le cooperative e le associazioni in tutte le fasi dei progetti –. Si va dagli orti sociali, al cinema trattando temi che vanno da cibo ai nuovi migranti. Un progetto realizzato a Taranto, per esempio, era sui marinai e sulle barche e alla fine sono riusciti a creare anche delle microimprese. Molti progetti, infatti, hanno anche una certa sostenibilità”. La maggior parte delle idee sono state realizzate nel Centro-Nord Italia. Al Sud sono pochi, anche se in alcuni casi tra i più interessanti. Assenti, tra i progetti, le regioni Calabria e Sicilia. Mentre le più virtuose sono state Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Marche. “Una delle esperienze più significative è quella portata avanti dalla Fondazione Mondo Digitale, con il progetto Nonni su internet – ha raccontato Amari -. Molte scuole hanno partecipato a questo progetto e in tantissimi hanno insegnato ai nonni a capire come funziona il computer, parlare attraverso Skype con il figlio lontano in Brasile, riuscire a vedere la propria casa su Google”.
I progetti sono stati finanziati con non più di 100 mila euro ciascuno e il Dipartimento ha assicurato un percorso di monitoraggio e assistenza alla realizzazione degli stessi senza precedenti. “È la prima volta che si fanno progetti di questo tipo sotto il coordinamento del Dipartimento Politiche per la famiglia – ha aggiunto Amari -. Abbiamo avuto un rapporto bellissimo con gli operatori di questi progetti. Tutti mi hanno detto che per la prima volta le istituzioni sono state vicine alle persone. Li abbiamo seguiti con la rendicontazione finanziaria trimestrale, controllata fino all’ultimo centesimo, e la rendicontazione di risultato”. E i risultati sono buoni anche per quei progetti attivati dai comuni, spiega Matilde Campese, funzionario del Dipartimento per le Politiche della famiglia che ha seguito da vicino i progetti avviati in dodici comuni. “Hanno avuto un po’ più di difficoltà nell’operatività perché più legati alle delibere, ma sono riusciti ad utilizzare brillantemente le risorse”, ha aggiunto Campese. Ad Oristano, ad esempio, è stato realizzato un progetto nei musei, in altri comuni i ragazzi delle scuole hanno messo in piedi degli orti che seguono ancora. A Sesto San Giovanni, invece, sono stati realizzati dei laboratori teatrali, mentre a Elba, tra le altre attività sono state realizzate anche delle passeggiate ecologiche. “Hanno utilizzato al massimo le risorse – ha spiegato Campese -, con progetti complessi o meno complessi. I progetti sono solo una base di partenza, poi i comuni continuano per la propria strada. Alcuni hanno anche cofinanziato per quanto potevano, anche se non è stato facile. Tutto allo scopo di mettere le basi di una attività che prosegue nel tempo”.
I progetti, ad oggi, sono quasi tutti terminati, e la speranza è che l’Europa possa continuare a sostenere progetti di questo tipo. “È stata un’esperienza bellissima – ha spiegato Amari -. L’Europa ha deciso di finanziare dei progetti sull’invecchiamento attivo e ha scelto il Dipartimento Politiche per la famiglia per l’attuazione e la loro realizzazione. Quello che si prefiggeva l’Unione europea nel 2012 qualcuno l’ha raggiunto. Sui territori si sono attivati tantissimo e c’è stata una risposta molto partecipata”. Per Amari, però, oggi “l’Unione europea non può più fare a meno dell’invecchiamento attivo. Ormai l’Europa invecchia, ma le persone non sono così invecchiate da non poter dare ai giovani qualcosa di importante. È stato bellissimo vedere come moltissime persone hanno avuto la voglia e il desiderio di trasmettere qualcosa ai ragazzi che hanno imparato tantissimo da loro”. (Agenzia Redattore Sociale)