Arabia Saudita: oltre 30 mila firme per fermare l’esecuzione di Ali al-Nimr
ROMA – Il 3 dicembre Amnesty International Italia ha trasmesso all’Ambasciata dell’Arabia Saudita a Roma le oltre 30 mila firme raccolte per chiedere di fermare l’esecuzione di Ali Mohammed Baqir al-Nimr, il giovane attivista sciita condannato a morte per partecipazione a manifestazioni antigovernative, attacco alle forze di sicurezza, rapina a mano armata e possesso di armi, tutti reati che avrebbe commesso all’età di 17 anni. La sua condanna sarebbe stata emessa sulla base di una confessione estorta con la tortura.
Di fronte all’ennesimo rifiuto da parte della rappresentanza diplomatica dell’Arabia Saudita di un dialogo con l’organizzazione e al rischio imminente di esecuzione di oltre 50 persone riportato dalla stampa filogovernativa saudita, Amnesty International Italia ha deciso di recapitare a mano le firme.
Le madri di cinque attivisti musulmani sciiti, dopo aver appreso nei giorni scorsi dei preparativi in corso per le esecuzioni, hanno implorato la clemenza al Re Salman. Tra i cinque attivisti citati nell’appello delle madri ci sono i minorenni all’epoca del reato Abdullah al-Zaher e Hussein al-Marhoon oltre allo stesso al-Nimr.
Negli ultimi mesi, Amnesty International ha condotto campagne a livello internazionale per l’annullamento delle condanne a morte, inflitte sulla base di denunce di tortura e di processi gravemente iniqui, ricordando più volte alle autorità saudite la proibizione dell’uso della pena di morte nei confronti dei minori di 18 anni, sancita dal diritto internazionale.