“Arctic circle”, il fumetto che si legge con le mani
BOLOGNA – Si chiama “Arctic circle” (ovvero “Circolo artico”) ed è il graphic novel realizzato utilizzando “Shapereader”, un sistema tattile per rendere la letteratura disegnata accessibile anche ai lettori ciechi o con disabilità visive. Entrambi, graphic novel e sistema tattile, sono stati creati dall’artista greco Ilan Manouach grazie a un finanziamento dell’Istituto finlandese Koneen Säätiö. “Shapereader” è un repertorio di modelli che tentano di tradurre parole e significati in forme tattili. Rivolto principalmente a lettori ciechi o con difficoltà visive, in realtà “Shapereader” può essere utilizzato anche da chi non ha problemi visivi. Il metodo consente infatti di vivere un’esperienza diversa, sviluppando il senso tattile. Presentata ad Hannover nel 2014, l’opera di Manouach è passata anche dal Festival del fumetto di Angoulême lo scorso gennaio.
Il primo utilizzo narrativo del sistema ideato da Manouach è “Arctic circle”, un graphic novel di 57 pagine che racconta la storia della spedizione di due climatologi al Polo Nord alla ricerca dei segni dei cambiamenti climatici nel ghiaccio. Costituito da 57 tavole di legno (35×50 centimetri) e da 6 tavole di glossario, sempre in legno, “Arctic circle” ha un peso totale di 95 chili. Nel glossario sono contenute le forme tattili delle immagini che compongono la storia divise per contenuto semantico e funzioni (personaggi, ambientazioni, azioni, ecc.), sono 210 quelle tratte dal repertorio di “Shapereader” e oltre 6 mila quelle che in totale costituiscono il fumetto.
Francia, Grecia, Stati Uniti, Israele, Finlandia, Danimarca e Svizzera. Sono i Paesi in cui sono stati realizzati i workshop per imparare a utilizzare “Shapereader”. Come si legge sul sito di Manouach, “un’occasione per persone cieche o con difficoltà visive e persone vedenti di incontrarsi e creare insieme un’opera narrativa tattile”. Durante il corso i partecipanti devono rispettare specifici vincoli narrativi e intrecciare le varie parti della storia in un racconto collettivo. Le parti narrative vengono poi sostituite gradualmente da forme tattili in legno tratte dal repertorio di “Shapereader”: ogni forma è un simbolo vuoto a cui può essere attribuito un significato diverso a seconda delle necessità dei vari gruppi. I partecipanti dovranno poi imparare a fare a meno degli stimoli visivi, attivare il senso del tatto come strumento cognitivo e sperimentare tecniche mnemoniche per identificare le varie forme. (Agenzia Redattore Sociale)