Armi, Ue secondo fornitore al mondo
Gli eurodeputati hanno portato a Bruxelles il tema delle esportazioni di armi, preoccupati da una certa “corsa agli armamenti a livello globale”, e dal fatto che l’Ue a 28 resti il secondo fornitore mondiale dopo gli Stati Uniti. In una nota del Parlamento europeo si apprende che, sul tema, i governi stanno collaborando poco: vari Stati membri hanno “violato la posizione comune dell’Ue sul controllo delle esportazioni di armi”, nonche’ il fatto che ad oggi ben 20 Stati su 27 non hanno fornito informazioni complete sulle armi vendute all’estero. Altro aspetto allarmante e’ che il primo mercato di destinazione di tali prodotti sia il Medio oriente.
Per risolvere la situazione, e’ stata proposta l’istituzione di un’autorita’ di controllo e di un meccanismo sanzionatorio per chi viola gli accordi, posta sotto l’egida dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini. A quest’ultima e’ stato anche chiesto di imporre un embargo comunitario alla vendita di armamenti all’Arabia Saudita, Paese che nello Yemen sta conducendo una sanguinosa guerra con migliaia di morti e milioni di sfollati.
Gli eurodeputati auspicano infine “l’aumento della trasparenza in materia di comunicazione, fornendo informazioni in maniera sistematica e tempestiva sulle licenze di esportazione e trasformando, entro la fine del 2018, la relazione annuale dell’Ue in una banca dati online consultabile”; “la creazione di efficaci meccanismi di controllo post-spedizione per garantire che le armi non vengano riesportate verso utilizzatori finali non autorizzati”; e infine “l’inclusione di droni armati nei regimi di controllo delle armi”.
La risoluzione – approvata con 386 voti favorevoli, 107 contrari e 198 astensioni – propone anche di ampliare l’elenco dei criteri relativi alle esportazioni, “per obbligare gli Stati membri a considerare il rischio potenziale di corruzione nel paese acquirente”. “La posizione comune dell’Ue sulle esportazioni di armi – si legge a conclusione della nota – e’ l’unico accordo giuridicamente vincolante a livello regionale. Vi sono elencati otto criteri che gli Stati membri devono applicare quando prendono una decisione sulle licenze relative alla vendita di armi ai paesi extra Ue, come ad esempio il rispetto degli obblighi e degli impegni internazionali, in particolar modo le sanzioni, e il rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale da parte del Paese acquirente”. (DIRE)