Assosalute: il 54% degli italiani ricorre a farmaci di automedicazione senza parere medico
Il 54% almeno una volta al mese – prevalentemente per disturbi di lieve entità, mentre il 46% del campione tiene a casa propria una scorta preventiva di farmaci da utilizzare al bisogno.
L’emergenza pandemica ha profondamente cambiato il rapporto degli italiani con la propria salute, rendendolo più pragmatico e consapevole. Per approfondire il dibattito sull’implementazione del futuro modello di sanità territoriale e conoscere le aspettative degli italiani rispetto al nuovo governo, Assosalute, l’Associazione parte di Federchimica che rappresenta i produttori di farmaci di automedicazione, ovvero senza obbligo di ricetta medica, ha ospitato un dibattito a cui hanno preso parte alcuni degli attori chiave del sistema. Dall’indagine quantitativa condotta da SWG per Assosalute, presentata nel corso dell’evento, emerge, infatti, che una quota consistente degli intervistati ricorre ai farmaci di automedicazione in autonomia senza chiedere un parere medico – il 54% almeno una volta al mese – prevalentemente per disturbi di lieve entità, mentre il 46% del campione tiene a casa propria una scorta preventiva di farmaci da utilizzare al bisogno.
Un approccio alla salute, inoltre, fortemente orientato al territorio, che si traduce in due elementi fondamentali: la prossimità – driver principale della soddisfazione del servizio fornito ai cittadini – e i professionisti sanitari, medici di famiglia e farmacisti, i primi referenti dei cittadini per la salute e la cura a partire dei piccoli disturbi. Il 96% degli intervistati è soddisfatto o molto soddisfatto del servizio fornito dalle farmacie, l’80% dai medici di base; inoltre, due terzi degli intervistati percepisce una collaborazione tra il proprio farmacista di fiducia e il medico di medicina generale, che rimane la figura di riferimento nella maggior parte delle situazioni.
Guardando al futuro, emerge con chiarezza ancora una volta la centralità delle persone. Nonostante, infatti, gli italiani siano interessati a tutte le innovazioni proposte nel sondaggio, tra cui la telemedicina, l’assoluta priorità che la politica dovrebbe perseguire nell’allocazione delle risorse dovrebbe essere quella del personale, tra aumento di organico e sviluppo delle competenze tecniche, professionali e digitali.
“La cura consapevole della propria salute, anche attraverso una corretta gestione dei piccoli disturbi e un corretto ricorso ai farmaci di automedicazione, oltre che il rapporto con i propri referenti sul territorio, sono elementi chiave per consolidare un approccio consapevole e responsabile del cittadino, indispensabile a sua volta per il successo del futuro assetto del Sistema Sanitario sui territori- ha dichiarato il Presidente di Assosalute, Salvatore Butti- Come Associazione che da oltre cinquant’anni è a fianco dei cittadini per la cura della propria salute, siamo felici di ospitare un momento di condivisione nel corso del quale sono emersi temi speriamo utili a una programmazione strategica e a decisioni informate sulle politiche sanitarie nel prossimo futuro”.
A oltre un anno dall’approvazione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e,contestualmente, all’avvio della nuova legislatura, diversi esponenti dell’arco parlamentare e i referenti dei medici, farmacisti e società civile hanno tracciato lacune e potenzialità del modello di sanità territoriale, esprimendo la propria visione per il futuro del Servizio Sanitario Nazionale e sottolineando la centralità dell’azione dell’Associazione nel favorire un dialogo su questi temi. Assosalute ha concluso il dibattito, presentando il proprio punto di vista di osservatore privilegiato su questi temi e richiamando il ruolo del comparto dell’automedicazione per la sostenibilità del sistema, attraverso alcune priorità, tra cui lo sviluppo di modelli integrati di presa in carico del cittadino e l’aumento delle iniziative di informazione e, soprattutto, educazione al cittadino sui temi della salute, così da accrescere la cultura sanitaria del Paese.
Nel corso del confronto, sono infatti emerse le potenzialità di modelli di approccio olistico alla salute, l’importanza di interfacciarsi correttamente con le innovazioni già presenti nel sistema – per l’accesso ai servizi e la relazione con i professionisti sanitari – oltre che i temi legati alla governance del sistema, all’equità di accesso alle cure e all’omogeneità regionale nell’erogazione dei servizi. Infine, è stata espressa chiaramente la volontà, da parte di tutti gli esponenti parlamentari presenti al dibattito, di collaborare in modo trasversale, sia tra le forze politiche che tra settore pubblico e privato, per garantire una sanità sostenibile e universale.