Attori disabili in prima serata: su Rai Uno arriva “Ho amici in Paradiso”
ROMA – La disabilità sarà in prima serata su Rai Uno: stasera alle 21.25 andrà in onda “Ho amici in Paradiso”, del regista Fabrizio Maria Cortese, ambientato nel centro di riabilitazione Opera Don Guanella di Roma. Il film pone al centro il tema della disabilità psico-cognitiva e della possibilità di riabilitarsi grazie alla cooperazione di professionisti e l’intelligenza emotiva. Il film è prodotto da Golden Hour Films con Rai Cinema, in associazione con l’Opera don Guanella e DESI, in collaborazione con Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana e la Fondazione Ente dello Spettacolo.
Tra i protagonisti, accanto ad attori professionisti, recitano alcuni ragazzi con disabilità mentale ospiti del Centro di riabilitazione don Guanella di Roma Michele Iannaccone, Stefano Scarfini, Mariano Belvedere, Paolo e Giorgio Mazzarese, Rocco Keci, Daniela Cotogni. Molteplici i temi che il film affronta: la bellezza della diversità, il servizio sociale come luogo di rinascita ai valori autentici della vita, l’amicizia come “anticipazione” del paradiso in terra, l’inclusione sociale delle persone con disabilità, il volontariato come via per riscoprire la bellezza del dono di sé agli altri.
“Siamo felicissimi della messa in onda del film in prima serata su Rai Uno, in uno spazio così importante – commenta Fabrizio Maria Cortese regista del film – Il film sta ricevendo apprezzamenti in tutto il mondo: siamo stati in Spagna recentemente e siamo invitati al Festival di Belgrado e poi a Cuba, a Philadelphia… E’ meraviglioso vedere come il pubblico richieda autografi agli attori del film, sopratutto agli interpreti disabili, le vere star del progetto. Vanno avanti gli incontri nelle scuole e nelle università per presentare il film e mettere al centro del dibattito con i giovani, e non solo, la diversità come ricchezza”.
Spiega don Pino Venerito, direttore del Centro di Riabilitazione della Casa S. Giuseppe Opera Don Guanella di Roma: “L’idea risale all’estate del 2014: eravamo alla ricerca di qualcosa che potesse sottolineare in modo significativo il 1° Centenario della morte del nostro padre fondatore, San Luigi Guanella, che avremmo celebrato l’anno successivo, il 24 ottobre 2015. Non volevamo fare un film sulla vita sua, anche se si presta molto bene ad essere sceneggiata. Né volevamo fare un documentario sulle nostre attività. Volevamo semplicemente cogliere l’occasione per far rivivere don Guanella oggi e mostrarlo ‘vivo’. Ecco l’idea di presentare uno spaccato della vita del nostro Centro di riabilitazione: la sua mission e la sua spiritualità. Parlando con il regista ci siamo trovati d’accordo sul fatto di pensare a qualcosa che potesse raggiungere il grande pubblico, di uscire dai nostri ambienti ‘religiosi’. Abbiamo individuato insieme la strada della commedia: far riflettere la gente divertendola. Qui è stata la fantasia di Fabrizio Maria Cortese a trovare il soggetto adatto. Dentro questa storia ‘inventata’ scorre la vita del nostro Centro”.
La trama. Felice Castriota, protagonista del film, è un commercialista salentino legato alla malavita; sembra spinto dal coraggio quando denuncia il nome del boss, per il quale ha riciclato denaro sporco, ma nella realtà è perché attratto dal facile guadagno. Pensa che dodici mesi di affidamento in prova al servizio sociale presso il don Guanella di Roma passeranno in fretta e potrà ritornare alla vita che ha sempre fatto: soldi, belle donne, divertimento… I suoi primi giorni al Centro don Guanella sono caratterizzati dal rifiuto della realtà: le persone con disabilità, che deve accudire, gli provocano fastidio. Poi, passo dopo passo, inizia a farsi voler bene da loro e a rendersi consapevole della straordinaria ricchezza racchiusa in loro. Si appassiona alla loro condizione, si rende disponibile a realizzare con loro un progetto teatrale, incontra la loro amicizia. Cambia vita. Ma proprio sul più bello, quando sembra che la sua vicenda si incanali verso un lieto fine, si susseguono colpi di scena che rimescolano ulteriormente le carte e lo riportano a fare i conti con il suo passato. (Agenzia Redattore Sociale)