Autismo, in Lombardia 1.600 casi all’anno: a Milano nuovi spazi di cura di Fondazione Piatti
Fondazione Renato Piatti ogni anno segue 400 bambini nei 3 Centri Terapeutici Riabilitativi Semiresidenziali lombardi. Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana visita il Centro Mafalda Luce di Milano, che in due anni ha raddoppiato i posti disponibili e prevede un ulteriore aumento dal 2024.
In Lombardia si registrano ogni anno circa 1.600 nuovi casi di autismo, 134 nuove diagnosi al mese. A livello nazionale i nuovi casi arrivano a circa 5.000, in media 14 al giorno[1], e i tempi di attesa per accedere ai percorsi di cura sono mediamente di due anni. È quanto emerso in occasione dell’incontro organizzato a Milano da Fondazione Renato Piatti 10 anni di Centro Mafalda Luce: il nostro cammino al servizio dell’autismo, tra storia e prospettive future, che ha visto la partecipazione del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e i saluti istituzionali inviati dal ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli.
La Fondazione Renato Piatti, ente a marchio Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) che da più di 20 anni è presente in Lombardia, stando accanto alle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, negli ultimi due anni ha aumentato i posti dei propri 3 Centri Terapeutici Riabilitativi Semiresidenziali per offrire una risposta alle famiglie sempre più numerose che si trovano ad affrontare una diagnosi di disturbo dello spettro autistico per il proprio bambino.
«In età evolutiva, negli ultimi 10 anni gli utenti con disturbi neuropsichici seguiti nelle UONPIA (Unità Operative di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) sono raddoppiati, con un aumento medio del 5-6% all’anno. All’interno di questo trend l’aumento percentuale delle persone con disturbi dello spettro autistico è decisamente più elevato della media, arrivando addirittura ad un aumento del 21% annuo.» Lo sottolinea Giorgio Seragni, responsabile scientifico del dipartimento dell’età evolutiva di Fondazione Renato Piatti, istituito nel 2022 con lo scopo di rispondere all’aumento dei bisogni dell’età evolutiva attraverso una maggiore integrazione tra i centri e tra i diversi attori dell’area minori.
«In tutti i nostri centri per minori osserviamo un aumento del numero di bambini e famiglie in lista d’attesa dei servizi riabilitativi per i disturbi dello spettro autistico – conferma il presidente di Fondazione Piatti e di Anffas Lombardia Emilio Rota – Per questo il nostro impegno è volto ad offrire risposte sempre più adeguate che diano supporto alle famiglie e ai bambini fragili aumentando nella comunità la consapevolezza che l’autismo è un disturbo presente in modo sempre più pervasivo per cui è possibile fare molto solo se l’intervento riabilitativo è competente, precoce e continuativo nel tempo».
Il fattore tempo è, infatti, un elemento fondamentale quando si parla di disturbi dello spettro autistico: è essenziale intraprendere il prima possibile i percorsi di cura più adatti per garantire al bambino la miglior integrazione possibile nella vita quotidiana.
«La diagnosi precoce per noi è stata fondamentale, così come un intervento studiato ad hoc sulle specifiche necessità di Giulia – a raccontarlo è Roberta Salvaderi, mamma di Giulia, che da quando è arrivata la diagnosi si dedica a divulgare e raccontare in modo semplice l’autismo – Fondazione Piatti è il nostro luogo sicuro, dove siamo cresciuti, dove Giulia ha trovato il suo equilibrio e dove io come mamma ho preso consapevolezza del fatto che la mia bimba non era neurotipica, ma che andava bene lo stesso».
Fondazione Piatti si prende cura ogni anno di quasi 300 adulti e circa 400 bambini e delle loro famiglie, ma l’obiettivo è riuscire a prendere in carico ancora più bambini nei 3 Centri Terapeutici-Riabilitativi Semiresidenziali (CTRS) dedicati all’età evolutiva di Milano, Varese e Besozzo (VA), che offrono percorsi terapeutici e riabilitativi di gruppo e individuali.
IL CENTRO DI MILANO. Nel Centro Mafalda Luce di Milano, in particolare, è in corso un ampliamento che sta permettendo e permetterà sempre di più di dare risposta alla grande richiesta di prese in carico del milanese. In due anni, dal 2021 al 2023, i bambini seguiti sono raddoppiati, passando da 115 a 230, e si stima che dal 2024 le prese in carico per disturbi dello spettro autistico e altri disturbi del neurosviluppo potranno arrivare addirittura a 300 all’anno.
Il Centro Mafalda Luce è gestito da Fondazione Renato Piatti dal 2013 in stretta sinergia con la Fondazione Gaetano e Mafalda Luce, che, con immutata generosità, ne ha finanziato anche l’importante ampliamento in atto. Un progetto che mira ad allargare l’offerta di servizi per rispondere a bisogni sempre crescenti, che mette al centro i bisogni dei piccoli e delle loro famiglie e che nel tempo possa diventare un modello innovativo per altre realtà analoghe. «Un modello anche dal punto di vista riabilitativo, che si fonda sulla multidisciplinarità per stimolare le abilità sociali dei minori a tutto campo, permettendo così un innalzamento della qualità di vita di ognuno di loro» sottolinea Paolo Meucci Responsabile del Centro Mafalda Luce di Milano.
«Sono molti i partner che hanno partecipato e reso possibile questo ambizioso progetto – in primis Regione Lombardia – a cui va il nostro grazie per permetterci di stare accanto a sempre più bambini e alle loro famiglie» conclude il presidente Rota.
Dal centro Mafalda Luce di Milano ha inoltre preso il via il progetto, poi esteso anche ad altre realtà, del Fondo di Solidarietà, che permette a famiglie in stato di fragilità economica e sociale, di avere accesso a percorsi di cura e riabilitativi per i propri bambini, a cui altrimenti difficilmente potrebbero avere accesso. In poco più di un anno il Fondo di Solidarietà ha permesso di attivare più di 120 percorsi di cura per circa 90 famiglie.
«C’è un bisogno crescente di servizi per bambini con disturbi dello spettro autistico – prosegue Franco Radaelli, direttore generale di Fondazione Piatti – Questo, da un lato perché famiglie, scuole e servizi sanitari riescono ad avviare una presa in carico integrata sempre più precocemente, dall’altra per il costante aumento di attenzione per le forme di autismo a medio e alto funzionamento.» La domanda, quindi, aumenterà e cambierà sempre di più: oltre ad un aumento numerico dei casi saranno necessari servizi sempre più diversificati, per poter rispondere ai bisogni delle persone di tutto lo spettro autistico. «Il nostro obiettivo è riuscire a prendere in carico sempre più bambini, dando così una risposta alle tante famiglie che, difronte a una diagnosi che cambia così profondamente la vita quotidiana, rischiano di sentirsi sole» conclude Radaelli.