Avramopoulos a Idomeni, appello agli Stati membri: “Mostrate solidarietà”
BRUXELLES – Dal fango di Idomeni, la tendopoli in cui sono ammassate ormai 14 mila persone che sperano di riuscire ad attraversare il confine tra Grecia e Macedonia, appare ancora più chiaro: “Tutti i nostri valori sono in pericolo”. Non fa sconti all’Unione europea il commissario Ue all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, che dal campo nato dopo la chiusura della rotta balcanica ammette: quello che sta accadendo “non onora il mondo civilizzato, non onora l’Europa”. La situazione umanitaria “è drammatica”, ammette il rappresentante della Commissione Ue, che da Idomeni lancia un appello a tutte le capitali europee: “Per tutti è il momento di mostrare solidarietà e responsabilità, i due principi base attorno a cui è costruito il progetto europeo. Costruire muri – insiste – non è la soluzione. Dobbiamo lavorare insieme, gli Stati membri dell’Unione ma anche i paesi vicini per risolvere questa situazione nel pieno rispetto di quelli che stanno scappando da persecuzioni, dittature e terrorismo”.
Per questo la richiesta agli Stati membri è quella di “cominciare a mettere in atto immediatamente” il piano di relocation, i trasferimenti di rifugiati da Italia e Grecia. Piano che, ricorda Avramopoulos, “abbiamo adottato tutti insieme”. Il nostro obiettivo, fa i conti il commissario, “è di essere nella posizione di ricollocare 6 mila persone al mese e lavoriamo duramente per riuscirci”, ma “gli Stati membri – chiede – devono mettere a disposizione più posti” per l’accoglienza. Quello che chiede Bruxelles è un netto cambio di passo rispetto ai ritmi tenuti fino ad ora: dallo scorso 23 settembre ad oggi, cioè in oltre cinque mesi, sono state ricollocate in tutto appena 885 persone e sono stati messi a disposizione dagli Stati in tutto 3.412 posti.
Ma se da una parte l’appello dell’Ue è rivolto agli Stati membri, dall’altro va anche direttamente ai profughi nel campo di Idomeni. “Tutte queste persone devono capire che devono ascoltare le autorità e seguire vie legali per raggiungere i loro obiettivi”, chiede Avramopoulos mettendo in guardia i profughi che “non devono credere a quello che gli dicono trafficanti senza pietà”. A pochi chilometri da Idomeni, spiega il commissario ai migranti, “ci sono campi organizzati dove le autorità fanno del loro meglio per dare supporto a queste persone in modo molto dignitoso”. Un appello simile a quello già giunto del premier greco, Alexis Tsipras, che ieri dopo l’incidente dei tre migranti annegati in un fiume nel tentativo di giungere in Macedonia, ha chiesto a tutti di “abbandonare gli sforzi per rimanere nell’area” e muoversi invece verso centri organizzati, mentre Atene lavorerà per accelerare il processo di relocation verso altri paesi d’Europa. A “tutte le famiglie di Idomeni”, il commissario europeo ripete: “Ascoltate i consigli che vi danno le autorità europee e greche, non credete ai trafficanti”. Ora “è giunto il momento di mettere fine a questo dramma e siamo determinati – assicura Avramopoulos – a lottare per raggiungere questo obiettivo”. (Agenzia Redattore Sociale)