Bologna, gara di poesia nel carcere minorile
BOLOGNA – Il titolo sarà ‘Streets of freedom’, ‘strade di libertà’. Una scelta non casuale, considerato che si tratta della prima gara di poetry slam in un carcere minorile, nello specifico il Pratello di Bologna: una gara di poesie orale tra i ragazzi dell’istituto, che vedrà i contendenti sfidarsi in 3 manche a eliminazione diretta durante le quali proporranno i propri versi, in lingua originale e nella versione tradotta. Una gara contestualizzata nel Campionato nazionale di poesia orale organizzato dalla Lega italiana Poetry Slam. Il vincitore parteciperà alla finale regionale, per poter poi accedere alla finalissima nazionale, in calendario a Genova l’11 e il 12 giugno in occasione di ‘Parole spalancate – Festival internazionale di Poesia’.
Le sessioni seguono le regole del Poetry Slam americano, in cui i poeti, che gareggiano recitando versi di propria composizione, vengono giudicati da una giuria popolare composta da 5 elementi scelti tra il pubblico in sala. La gara nel carcere minorile – organizzata il 21 marzo – arriva alla fine di un laboratorio di poesia portato avanti grazie agli insegnanti del Cpia di Bologna, il Centro per l’istruzione degli adulti, che nel carcere del Pratello ha una sezione. “La scuola ha 15 iscritti, e tutti hanno partecipato al progetto – spiega Elena Manaresi, docente di italiano in carcere, che ha condotto il laboratorio –. Alla fine gareggeranno in 6, vale a dire coloro che hanno trovato il coraggio di leggere in pubblico i loro scritti. Già parlare in pubblico non è facile, pensate recitare versi intimi”. Nelle poesie, spiega, si parla della loro condizione attuale ma anche di momenti lontani, c’è una componente religiosa e una forte componente legata all’amore. “Nelle loro parole c’è tanta delicatezza e semplicità, e niente è lasciato al caso: ogni singolo termine è scelto con estrema cura. Non è stato semplice, perché nessuno di loro è italiano, e in molti non conoscono bene la lingua, quindi la difficoltà è doppia”. C’è chi ha dato vita a scritti brevi e chi ha testi più lunghi, li hanno scritti e riscritti, alla ricerca che il loro pensiero assumesse la forma adeguata: “Non era scontato questo entusiasmo: sono ragazzi instabili, che fanno fatica a concentrarsi, per i quali la scuola ha rappresentato una sonora sconfitta. Ma ora riesco a vedere nei loro occhi tutta la voglia che hanno di esserci, di essere ascoltati, di essere considerati”.
“L’ascolto è importante – le fa eco Alfonso Paggiarino, direttore del carcere minorile –, per questi giovani fondamentale”. E aggiunge: “Il Pratello sorge nel cuore della città, e io vorrei che ci fosse dialogo: sono pronto ad aprire le porte a chiunque voglia portare saperi e passioni all’interno”. Le poesie dei ragazzi – di tutti, anche di quelli che non si esibiranno – saranno raccolte in un volume, sia nella versione originale sia nella versione tradotta. “Pensiamo che sia significativo – spiega Silvia Parma, ideatrice e curatrice del progetto, responsabile del coordinamento regionale per l’associazione Lega italiana Poetry Slam – che, al di là di chi sarà il vincitore della gara, resti ai ragazzi prova tangibile di un lavoro profondamente personale, introspettivo e faticoso, a dimostrazione della loro capacità di creare qualcosa di profondamente diverso dall’atto violento a cui da sempre sono abituati. Uno spiraglio che mostri loro strade che non siano quelle della delinquenza e del crimine, le uniche che la maggior parte di loro, nonostante la giovanissima età, ha finora conosciuto”.
Il poetry slam al Pratello, come anticipato, avrà luogo il 21 marzo, data che l’Unesco ha designato come Giornata mondiale della Poesia. Non solo: una delegazione del Comitato giovani della Commissione nazionale italiana Unesco sarà fisicamente presente durante la gara. La giuria sarà composta da: Lorena Magazzeni, scrittrice e docente; Gianfranco Corona, poeta; Gianfranco Mattarelli, scrittore e poeta; Carlo Caurso, magistrato del tribunale minorile di Roma e poeta; Luciana Ragalli, docente. Con ogni probabilità, presto il progetto sbarcherà anche presso l’istituto penitenziario Dozza di Bologna. (Agenzia Redattore Sociale)