Bombardamento su ospedale MSF di Kunduz, per USA errore umano
WASHINGTON – Un errore umano all’origine del bombardamento lo scorso 3 ottobre contro l’ospedale di Medici senza Frontiere di Kunduz in Afghanistan, costato la vita ad almeno 30 persone. E’ quanto si legge nel rapporto d’inchiesta del Pentagono, che ha pure annunciato l’intenzione di adottare delle sanzioni. Altre indagini sono comunque in corso da parte dell’Alleanza atlantica e dell’esercito locale.
L’obiettivo – riferisce il generale John Campbell – era un compound di talebani situato a una trentina di metri dall’ospedale. Medici senza Frontiere, rifiuta categoricamente il termine ‘errore’ per quanto accaduto ed esige un’inchiesta indipendente. Le domande senza risposta sono tante a partire dal perché l’attacco, durato più di un’ora, non sia stato interrotto nonostante le frenetiche telefonate da parte del personale della Ong.
L’episodio di Kunduz non è l’unico che vede un ospedale di Msf colpito in negli ultimi due mesi: il 27 ottobre un bombardamento della coalizione guidata dall’Arabia Saudita nello Yemen settentrionale aveva distrutto il piccolo ospedale del distretto di Haydan, nella provincia di Saada. Appena una settimana fa, invece, due missili hanno centrato l’ospedale di fortuna a Erbin, nella zona di Damasco, uccidendo due persone e ferendone altre sei.
Redazione