Boxe contro la Camorra. Intervista a Lino Silvestri
NAPOLI – La boxe come competizione e allenamento, ma anche come lotta alla Camorra. “Facciamo una dura resistenza, siamo in trincea”. Esordisce così Lino Silvestri – One star coach Aiba, Personal boxing trainer e insegnante di Educazione fisica – nel raccontare alla Dire la sua storia. Una storia fatta di sport e di impegno sociale con i ragazzi dei quartieri del cuore di Napoli. Ciò che lega Silvestri all’attività sportiva, precisamente al pugilato, è quasi scritto nel suo Dna. Un’eredità del padre, Geppino Silvestri, partendo da un sottoscala della centralissima via Toledo, riuscì, in qualità di istruttore, a far emergere grandi campioni della ‘noble art’, Patrizio Oliva primo fra tutti. Oggi Lino gestisce la palestra di pugilato NapoliBoxe incuneata tra i vicoli del quartiere Montesanto ma a due passi da piazza Dante.
“Siamo in un’appendice cieca- spiega- chi viene fin qui è perché ci viene a cercare. Questo vuol dire che rappresentiamo qualcosa di bello in città. Sport e recupero sociale, un bel risultato. I ragazzi che vengono qui sono tanti e rispondono bene, partecipano, ogni giorno, gratuitamente- sottolinea orgoglioso- ai nostri corsi agonistici”. Qualunque canone mensile o di iscrizione sarebbe troppo per questi ragazzi, per molti di loro se non ci fosse la palestra non resterebbe che la strada. I soldi la palestra li guadagna con i corsi a pagamento, quelli più in voga, dalla fit-dance alla sala pesi al body building solo per citarne alcuni, destinati ad un altro tipo di pubblico. La vocazione a cercare campioni, quelli del quadrato, però resta l’obiettivo principe. “Abbiamo con noi- riprende Silvestri-Davide Saraiello che ha vinto un titolo italiano Schoolboys recentemente e una vice campionessa italiana a squadre, la sorella Angela”.
Ma i nomi che si potrebbero fare sono tanti. Dalla sua fondazione, il 25 agosto 1995, la palestra ha sfornato campioni dilettanti del calibro di Daniele Rippa, Giuseppe Esposito, Angela Cannizzaro, Antonio Migliore, Chiara Marzano. Poi i professionisti che rispondono al nome di Ciro Pariso, Pasquale Parmigiano. Un palmares con 10 titoli italiani, un Europeo femminile di Bronzo, un Titolo Mondiale Professionisti Youth Ibo Super Medi. Ma non tutto è semplice, i campioni non nascono per caso.
“Non convinciamo i ragazzi- spiega Silvestri- a venire qui in palestra e a dividere il proprio tempo con la scuola. Non imponiamo loro di non stare per strada. La voglia di venire qui e di combattere deve arrivare da loro perché a nessuno puoi dire ‘sali sul ring e fai a pugni’. I pugni qui si prendono e si danno. È dura, poi, in una città che mastica calcio, dalla domenica a quella successiva senza soluzione di continuità, spingere per l’affermazione di uno sport diverso. È difficile spiegare ai ragazzi il fascino degli altri sport quando un calciatore di serie C2 si porta a casa 50 o 100.000 euro l’anno mentre per un incontro sul ring si guadagnano 30 o 40 euro. Si fa fatica a mantenere il confronto. I miei ragazzi però non sono tipi da calcio o da tennis, sono ragazzi che condividono valori veri, ‘antichi’, sono ragazzi dei quartieri”.
La parte di attività sportiva, quella che sconfina nel sociale e vi affonda le mani, a Napoli può avere vita dura. “Qualche anno fa ho ricevuto una bottigliata sulla testa”, racconta Silvestri. “Mi sono opposto a chi voleva fare della strada dinanzi la palestra una piazza di spaccio. Ho reagito e, dopo la mia denuncia al commissariato di zona, questo signore è finito agli arresti domiciliari”. Ad una presenza ingombrante come quella della camorra fa da contraltare il silenzio delle istituzioni. Nessun aiuto, nessuna partecipazione.
“Ci troviamo in un cespite comunale- spiega ancora Silvestri- Locali completamenti ristrutturati da me, in questi ultimi 20 anni, con non pochi sacrifici. Oggi, in un’ala dei locali ci piove dentro causa una perdita nelle tubature della sovrastante scuola. Nulla si è mosso nonostante le tante richieste di intervento”. Silenzio del Comune di Napoli e dell’assessore allo sport anche in occasione dei recenti Campionati italiani juniores intitolati “IX Memorial Geppino Silvestri” e organizzati dalla palestra. “Dall’amministrazione cittadina non abbiamo avuto quasi nulla, a nostre spese anche il trasferimento degli atleti e degli accompagnatori dagli alberghi alla sede della manifestazione”. Un silenzio che si riverbera in quello dei grandi campioni del passato che sembrano aver dimenticato da dove sono partiti e grazie a chi. Soddisfazioni arrivano però dalla Federazione nazionale che ha più volte premiato la palestra per il suo impegno sportivo e agonistico.
“Noi siamo qui e resistiamo”, conclude Lino Silvestri. “Resisteremo, con l’aiuto dei ragazzi e delle loro famiglie, a chiunque, istituzioni comprese, vorrà riprendersi questo spazio. Sarebbe una sconfitta e una sua consegna alla camorra”. (DIRE)