Bullismo, epidemia silenziosa

ROMA – In Italia c’è una “epidemia silenziosa”. Il bullismo nelle scuole è un problema “di cui tutti sanno qualcosa ma nessuno parla” secondo Patrizia Perrone, psicologa dell’associazione Psy+, che oggi ha parlato della situazione del nostro paese durante il convegno internazionale “Sonet-Bull: Strategie contro il bullismo offline e online”, che si è tenuto nella Città Educativa di Roma. A complicare la situazione, secondo Perrone, le condizioni economiche di molti istituti, che difficilmente possono permettersi uno sportello di ascolto dedicato ai ragazzi, ma anche l’atteggiamento di diversi dirigenti scolastici, che tendono a tenere la problematica in secondo piano “per paura di fare una cattiva pubblicità'” alle scuole e di genitori che “tendono a non riconoscere il problema quando riguarda i loro figli”.

Le violenze, spiega all’agenzia Dire la psicologa che con l’associazione ha attivato sportelli in tre scuole della Capitale, non vengono quasi mai denunciate. In particolare, rispetto al “cyberbullismo”, dati relativi al 2015 e diffusi dalla polizia postale parlano di 6 denunce per stalking, 36 per diffamazione on-line, 18 per ingiurie, 16 per molestie, 59 per furto d’identità. Combattere il fenomeno attraverso strumenti on-line è la principale ambizione del progetto “Sonet Bull”, finanziato dal programma europeo Erasmus + e coordinato dalla Hellenic Open University in collaborazione con diverse università e centri studio europei.

Per l’Italia c’è la Fondazione Mondo Digitale, il cui direttore scientifico, il cileno Alfonso Molina, riassume così all aDire l’obiettivo del programma: “Utilizzare i migliori aspetti della tecnologia per creare una specie di movimento per affrontare il fenomeno del bullismo”. La piattaforma europea, dove insegnanti, genitori, presidi, psicologi e altri soggetti interessati possono caricare e consultare materiale sul tema, è sonetbull.eu. “Il progetto si avvicina alla fine- dichiara ancora Molina- mi aspetto che i suoi risultati possano lasciare una piattaforma che consenta di continuare le attività”.

Di bullismo stamani si è parlato anche rispetto a problemi e strategie di intervento in Grecia, Irlanda, Regno Unito. Al convegno hanno partecipato i ragazzi delle scuole che hanno ascoltato ricercatori e professionisti che operano a contatto con i giovani e anche rappresentanti della polizia postale. (DIRE-Agenzia Redattore Sociale)

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