Buon compleanno, Psicoradio! La radio della mente compie 10 anni

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“Per me Psicoradio è il giardino delle piante spezzate. Entri spezzato e rifiorisci, sei immerso nel buio e scopri la luce. Sono entrata nel mio abisso e, grazie alla radio, l’ho raccontato. Oggi vivo una vita ‘normale’, qualsiasi cosa voglia dire. Ho un compagno, tanti amici umani e pelosi, un lavoro che amo”. Morena è una delle redattrici storiche della radio fatta da pazienti psichiatrici. Bolognese, oggi ha 49 anni, e ha cominciato a prestare la sua voce alle frequenze 8 anni fa: “Solitamente, chi ha un disagio psichico ha anche problemi famigliari. Come me: da piccola dicevo di sentire le voci, ma nessuno mi poteva capire. La mia famiglia mi ha lasciato andare, e solo dopo anni ho capito che l’ha fatto per il mio bene: chi ama, infatti, lascia liberi. Qui mi hanno accolto e raccolto. Quando sono arrivata non sapevo fare nulla, nemmeno accendere un computer: oggi ho un blog, che ho costruito tutto da sola”. Si chiama Schizzofrenicamente (gioco di parole che unisce schizzo e schizofrenia) e recita: “La mia follia mi ha sgretolata, mi ha gettata in una profonda palude, poi ha ripescato le mie macerie per ricrearmi. Sono la creazione della mia follia”.

Psicoradio, la radio della mente, è nata nel 2006 in collaborazione con Arte e Salute onlus e il Dipartimento di salute mentale dell’Azienda Usl di Bologna. Quest’anno compie 10 anni: “In questi primi 10 anni di lavoro culturale contro i pregiudizi – spiega Cristina Lasagni, la direttrice – abbiamo avuto una quarantina di redattori, che con noi hanno percorso un tratto della loro vita, tornando a essere attivi”. Come Marco, redattore per 7 anni che racconta di essere entrato in radio come uomo arrabbiato e amareggiato e, con forza e calore, di esserne uscito rinnovato: “Ho una famiglia, una compagna e mio figlio sta con noi. Lo sto accompagnando alla laurea. Certe volte mi domando se è tutto vero”, scrive nella prefazione “Psicoradio, 10 e s’ode”, un libro che raccoglie tutte le pisconews di questi anni d’attività: dalle campagne culturali in difesa della legge 180 o contro la contenzione, alle inchieste sul “sentire le voci”, dalla “castrazione sociale” provocata dalla malattia alle emozioni che nascono da un brano musicale o da una poesia.
Lasagni sottolinea l’aspetto formativo del progetto: “Altre radio fatte da persone con disagio psichico partono da altri presupposti. Noi no: il nostro obiettivo è professionalizzare le persone e fare formazione, per questo i redattori sono seguiti da tutor esperti nel campo della comunicazione e dell’informazione”. A testimonianza di questa politica, 4 radio nascenti hanno chiesto a Psicoradio una mano: “Come a Parma, dove uno dei nostri tutor e uno dei nostri redattori hanno fatto formazione ai futuri colleghi”.Psicoradio “è uno strumento riabilitativo innovativo. Fa comunicazione efficace e competente, fa bene a chi la fa ma anche a chi la ascolta – sottolinea Ivonne Donegani, direttore del Dipartimento di salute mentale –. Ha contribuito a uscire dalla convinzione che parte della violenza della nostra società sia colpa delle persone con disagio psichico”. Aspetto, questo, sottolineato anche da Angelo Fioritti, Direttore sanitario dell’Azienda Usl di Bologna, che mette l’accento sull’importanza di una comunicazione fatta direttamente dai protagonisti del percorso di cura: “Esperienze come quelle di Psicoradio rimuovono tanti luoghi comuni e chiariscono alcuni equivoci: indicano non ciò che la malattia toglie, ma il nuovo punto di vista che, invece, conferisce su alcuni aspetti della nostra società. Inclusione sociale e cura territoriale sono i due pilastri su cui si deve fondare questo processo, i migliori strumenti di prevenzione”.

Per festeggiare i 10 anni, Psicoradio ha organizzato “Pericoloso chi?”, un convegno sulla pericolosità sociale in programma il 17 febbraio dalle ore 9 a Bologna in Salaborsa, Auditorium Enzo Biagi. Quattro i panel in programma: “Cos’è la pericolosità”, con la partecipazione di Francesco Maisto, fino allo scorso dicembre presidente del Tribunale di sorveglianza di Bologna; “Quali immagini della salute mentale assorbiamo da stampa e tv?”; “Quali danni provoca il pregiudizio della pericolosità di chi ha un disturbo psichico?” che vedrà, tra i relatori, rappresentanti delle associazioni dei familiari; “Come si curano le persone che hanno commesso atti violenti” con, tra gli altri, Claudio Bartoletti, direttore della Rems di Bologna.

Il 18 febbraio, inoltre, Bologna ospiterà “Larghe intese”, il network delle radio della salute mentale: nato nel 2015, va in onda sulle frequenze digitali di Radio Ohm tutti i giorni tra le 11 e le 12 e tra le 14 e le 15 con trasmissioni delle sedici radio consorziate (da Torino a Lecce, passando per la Sardegna) unite dalla lotta al pregiudizio. Punti di vista e metodi diversi, per raggiungere lo stesso scopo, come riassume Lorenzo, redattore di Psicoradio: “Per colpa della malattia mi ero isolato, ma la radio mi ha fatto entrare nel mondo e nella vita”. (Agenzia Redattore Sociale)