Burkina Faso, lo scrittore Dioma: “Ora non dobbiamo avere paura”
ROMA – “La risposta migliore ora è non avere paura. Stare attenti, vigilare bene sulla situazione ma rialzarsi, perché un paese come il Burkina Faso ha un bisogno estremo di andare avanti”. A sottolinearlo è Cleophas Adrien Dioma, scrittore di origine burkinabè da molti anni in Italia (dove dirige il Festival Ottobre Africano, da lui creato), commentando gli attacchi terroristici di venerdì scorso a Ouagadougou. Un gruppo di jihadisti ha assalito due locali: l’hotel Splendid e il caffè Cappuccino di Ouagadougo. L’attacco, rivendicato dal gruppo Al Qaeda nel Maghreb islamico, è costato la vita a 29 persone, tra cui un bambino italiano di 9 anni, Michel Santomenna figlio del proprietario del Cappuccino, Gaetano.
“Quello di venerdì è stato un attacco alla vita del Burkina Faso in tutti i sensi: quella è una delle vie più frequentate sia dagli occidentali che dagli africani che voglio fare business o parlare di affari – spiega Dioma -. Il Cappucino è un locale dove io stesso vado spesso, e dove va chi come me ogni tanto torna a casa. La connessione wifi funziona molto bene, quindi se si hanno esigenze di lavoro è molto comodo, ma ci si va anche per vedere gli amici che stanno bene. E’ la via degli affari e della vita. Hanno scelto di colpire il lato economico del paese, quindi, non solo quello politico. Come sempre chi commette questi attacchi dice che lo fa per restaurare l’Islam giusto. In realtà ci sono molti interessi dietro, a cominciare dai traffici di droga e armi – aggiunge – Per questo l’importante ora è non farsi intimidire, continuare, andare avanti cercando di far stare bene le persone. Perché così si eviterebbe che altri giovani vengano arruolati tra le file dei terroristi”.
L’appello, dunque, è quello di rialzare la testa. “Bisogna stare attenti anche a non condannare la comunità islamica in Burkina Faso, che si è già dissociata – aggiunge -, e poi avere molta vigilanza. Stare attenti ma andare avanti, ora più che mai bisognerà lavorare su diversi fronti. Non abbiamo avuto il tempo di vedere nominato Kaboré che subito si sono verificati gli attacchi – conclude – Ma chi governa non deve concentrarsi solo sulla sicurezza, si deve pensare anche al benessere della popolazione”. (Redattore Sociale)