Calabria: niente soldi dopo frane, sindaco minaccia dimissioni

CROTONEUn paese devastato dalle frane, finanziamenti che non arrivano e un sindaco che minaccia di dimettersi. Accade in Calabria, a Petilia Policastro, nel crotonese, dove il primo cittadino, Amedeo Nicolazzi, minaccia di lasciare il suo incarico perché non ha ricevuto gli aiuti promessi per far fronte al risanamento idrogeologico del suo comune. Il territorio di Petilia Policastro è interessato da oltre 30 frane, e diverse famiglia, circa un centinaio di persone in tutto, sono state fatte evacuare dalle loro abitazioni.

E’ passato più di un anno da quando il comune crotonese è stato colpito dal maltempo, registrando ingenti danni: una palazzina è crollata e solo per un caso fortuito non ci sono state vittime. Da allora si attendono i finanziamenti necessari, 5 milioni di euro, per realizzare i progetti di risanamento idrogeologico.

L’inerzia e le promesse della istituzioni stanno mettendo a dura prova il sindaco che dice di sentirsi abbandonato. “Per diversi mesi – racconta Nicolazzi – ci hanno promesso i fondi per il risanamento e ad oggi nessuno ci aiutato. Se la situazione continua in questo modo sono pronto a lasciare il mio incarico perché non voglio avere morti sulla mia coscienza”.

Amedeo Nicolazzi
Amedeo Nicolazzi

Nei mesi scorsi Nicolazzi ha emesso diverse ordinanze di sgombero, alcune delle quali hanno riguardato anche attività produttive, e per far fronte agli interventi più urgenti ha stanziato fondi comunali, ma “con il bilancio comunale – prosegue il primo cittadino – non possiamo certo pensare di risanare il territorio. E’ per questo motivo che abbiamo chiesto aiuto senza ottenere risultato. In queste condizioni si vive in perfetta solitudine con il rischio di danni che possono arrivare da un momento all’altro. Meno male – ha aggiunto – che non piove da cinque mesi. Ma con l’arrivo delle piogge temo che ci saranno ulteriori danni. La situazione nel nostro comune è davvero tragica. Italia Sicura e la Regione Calabria si erano impegnate ad aiutarci ma ad oggi non siamo riusciti a concretizzare nulla. Come Comune abbiamo preparato i progetti, li abbiamo presentati ma ad oggi nessuno che provvede a finanziarli. E pensare che si tratta, per la gran parte, di opere per la raccolta delle acque”. Infine, l’accorato appello: “Qualcuno raccolga il nostro grido di allarme”.

Redazione