“Calcio, Vela e Cultura. Così rinasce Crotone”. Intervista a Francesco Verri (Club Velico)
CROTONE – Carmine Abate è andato via da pochi minuti. Nei corridoi del Liceo Classico Pitagora di Crotone, si respira ancora l’atmosfera carica di suggestione, che l’incontro dello scrittore di Carfizzi con decine di studenti ha creato. Un evento che rientra nel ciclo di incontri “I grandi scrittori per Crotone, Città della Vela”, giunto ieri al suo terzo appuntamento, promosso da Comune di Crotone, Camera di Commercio e Club Velico. E proprio con Francesco Verri, presidente del Club Velico, ci intratteniamo giusto il tempo scambiare due chiacchiere.
Un messaggio bellissimo, quello rivolto ai ragazzi da Abate durante l’incontro: “Vendicatevi di chi vuole affossare questa terra, risollevandovi”. Un po’ che quello sta accadendo a Crotone con attività come quelle messe in campo proprio dal Club Velico.
Sì, è lo sdoganamento di un termine (vendetta, ndr) che anche io ho usato nell’incontro, lunedì in Camera di Commercio, tra Abate, la città e le scuole in particolare. I giovani non devono più accettare di essere nascosti dagli adulti, non devono stare più in seconda fila perché hanno capacità straordinarie e hanno la forza – se noi facciamo da sponda – per risollevare questa città. Lo slogan potrebbe essere proprio questo: “Una città salvata dai ragazzini”. Lunedì, i ragazzi hanno invaso la Camera di Commercio con gli strumenti musicali, con le loro voci, la loro musica e il loro canto. Uno spettacolo straordinario, che dimostra quanto sia ricca la società crotonese. A patto di volerla conoscere, approfondire, di voler guardare questi ragazzi negli occhi e di volere davvero renderli protagonisti. Perché se protagonisti vogliamo essere sempre e solo noi adulti – o per vana gloria o per interesse – questi giovani ignorati andranno a rafforzare la struttura sociale di altre città, di altri Paesi. E sarebbe un grandissimo peccato, l’ennesimo.
Nel ciclo di eventi “I grandi scrittori per Crotone, Città della Vela”, il Club Velico sta facendo incontrare lo Sport e la Cultura, due strade che se ben percorse potrebbero davvero far risollevare questo territorio?
Crotone è città della Cultura, grazie ai suoi musei, alla sua storia. Ed è città dello Sport, grazie al Crotone Calcio e a questa serie A ormai a un passo, grazie alla Vela e a tutti gli altri sport che si praticano. Quindi sono due elementi che già esistevano, bastava solo combinarli, bastava solo parlarne. Bastava far diventare Crotone luogo letterario, il che significa una città più nota, più attrattiva, più turistica e di conseguenza una città più ricca. Il Calcio, la Vela e la Cultura, insieme, in questo momento possono essere uno strumento turistico per far conoscere Crotone a chi non la conosce, per farla apprezzare a chi non l’apprezza, per farla vedere con occhi diversi a chi la vede con occhi velati. Questo si sta realizzando dal basso ed è un grande orgoglio e allo stesso tempo una grande responsabilità; ora non dobbiamo fermarci, dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione. C’è un grande consenso intorno a tutto questo. E’ un ampio consenso sociale che non si traduce in voti ma in tante persone che si aggregano, con le loro famiglie, i loro ragazzi. Si mettono insieme sulla scia di un cambiamento che è già in atto, lo si percepisce. Basta guardare questi ragazzi parlare una lingua nuova, lasciarli alle spalle il pessimismo che hanno respirato anche nelle loro stesse case e che oggi iniziano a prendere consapevolezza di quanto sia meravigliosa e ricca la Calabria, la regione secondo me emergente in Italia.
E c’è, invece, qualcosa che ancora manca a Crotone per avere lo scatto finale in questo processo di cambiamento? Abate, a un certo punto, riferendosi ai mali di questa regione, ha parlato anche di una certa incapacità politica, di una classe dirigente che forse non ha saputo fino ad oggi affrontare e risolvere i tanti problemi esistenti.
Ci vogliono un cambiamento profondo e un rinnovamento anche da quel punto di vista. Credo, però, che una società più forte e consapevole di se stessa permea di sé anche la classe politica e le stesse istituzione. La politica è mediocre se la città è mediocre. Se invece c’è una comunità che si irrobustisce, che parla le lingue, che sa fare (quante chiacchiere su Facebook, in TV… invece di fare!), che guarda al mondo per ispirarsi e per imitarlo, allora le istituzioni saranno frequentate da persone che saranno espressione di questa società civile e dunque anche la politica sarà migliore. Però forse possiamo parlare al presente perché tutto questo è già in atto. Questa mattina in questa aula magna insieme a me c’erano studenti, docenti, il maestro orafo Gerardo Sacco, il responsabile dell’ufficio comunicazione del Comune di Crotone Francesco Vignis, c’era Carmine Abate, una rappresentanza della Camera di Commercio. Questo è il segno che si stanno creando reti e sistemi estremamente positivi, che parlano il linguaggio dell’ottimismo, l’ottimismo dei fatti però! Perché se noi qui raccontassimo ai ragazzi delle meraviglie che vogliamo realizzare e non avessimo fatto niente, non saremmo credibili. Noi siamo credibili nella misura in cui agiamo: a luglio a Crotone arriveranno davvero velisti da tutto il mondo per partecipare ai Campionati europei di Vela giovanile. Ecco perché siamo credibili, perché parliamo di fatti concreti, di cose che accadono. Crotone è sul serio al centro del mondo della Vela ed è davvero la capitale internazionale della Vela giovanile. Solo così il nostro messaggio diventa autentico. Crotone può essere il faro della Calabria e la Calabria può essere il faro dell’Italia.
Francesca Caiazzo