Caso De Rossi, associazioni a tutela dei rom: “Stessa punizione che ha avuto Sarri”
ROMA – “Muto, zingaro di m…”. Con queste parole il calciatore della Roma Daniele De Rossi si è rivolto all’attaccante croato Mario Mandzukic, nel corso della partita di ieri sera Juventus- Roma. Un insulto immortalato dalle telecamere che sta facendo molto discutere. E per il quale l’associazione 21 luglio e Popica Onlus, organizzazioni impegnate nella promozione dei diritti umani di rom e sinti in Italia, chiedono un pronto intervento da parte della giustizia sportiva, così come avvenuto solo pochi giorni fa in occasione della lite tra gli allenatori di Napoli e Inter, Maurizio Sarri e Roberto Mancini.
“L’ingiuria rivolta da De Rossi a Mandzukic, ripresa dalle telecamere e diffusa dai media e sul web, si connota per l’utilizzo di un linguaggio improprio e altamente offensivo che ha come conseguenza ultima quella di arrecare un danno alle persone appartenenti alla comunità rom e sinta e di contribuire a diffondere pregiudizi e stereotipi negativi nei loro confronti – sottolineano le associazioni in una nota -. La parola zingaro, infatti, è un eteronimo imposto dalla società maggioritaria nei confronti di un gruppo che non si definisce così. Il termine è percepito come offensivo dai rom e dai sinti che vivono nel nostro Paese e, nel tempo, ha acquistato una accezione fortemente negativa, paragonabile a un insulto razziale come negro, per citare un esempio”.
L’ingiuria di domenica sera allo Juventus Stadium giunge soltanto a pochi giorni dai pesanti insulti (“frocio”, “finocchio”) rivolti dall’allenatore del Napoli Sarri al tecnico interista Mancini. “Parole, che hanno creato una forte ondata di indignazione, che sono costate al tecnico partenopeo due giornate di squalifica in Coppa Italia, sebbene il giudice sportivo non abbia considerato l’aggravante discriminatoria – continua la nota -. Di fronte ai fatti di Torino, pertanto, Associazione 21 luglio e Popica Onlus si attendono dalla giustizia sportiva una risposta almeno dello stesso livello, in modo da scoraggiare, in futuro, comportamenti simili da parte dei protagonisti del mondo del calcio e porre un deciso argine alla diffusione di sentimenti ostili e incitanti all’odio, che non possono e non devono trovare spazio nelle cronache domenicali dello sport più amato e seguito nel nostro Paese”. (Redattore Sociale)