Catuogno (Coisp): “Fare sindacato? Un atto d’amore”

Giulio Catuogno

Giulio Catuogno segretario generale Coisp Napoli

Rapporto d’amore è anche quello che nasce all’interno del mondo del lavoro, specie se si lavora in team così come rapporto d’amore è quello che lega la propria associazione con i suoi tesserati. Esiste infatti una certa connessione affettiva che permette di lavorare meglio e di costruire fattivamente un presente migliore ed un futuro degno per i propri colleghi: di questo dovrebbe occuparsi un sindacalista. Di seguito l’opinione di Giulio Catuogno, segretario generale Coisp Napoli, uomo della Polizia di Stato, da sempre impegnato nella tutela dei colleghi in divisa.

“Una mission complicata quella di fare il sindacalista per un corpo dello Stato, trovarsi a cercare il meglio per i propri colleghi e dover mediare tra operatori ed amministrazione non è mai una passeggiata, ma mi ci dedico sempre con massima passione e lealtà. Sì, perché la lealtà è il cardine portante dell’attività sindacale, sempre e comunque, mentre piccoli trabocchetti, giochi sleali e sopratutto prese di posizione poco chiare non sono certo quello che ci si aspetta dai rappresentati sindacali. La realtà attuale, fondata sul sospetto, spesso tende ad allontanare le persone dalle organizzazioni politiche e sindacali. Sembra sempre più evidente che il mondo ha iniziato ad avere paura dell’amore e lo invidia, spesso deridendolo.” “Amare una idea, un ideale è qualcosa di rivoluzionario come nella società attuale lo è essere fedeli e leali.

Certo, sembra assurdo o forse sopra le righe dichiarare amore verso una entità politica come lo è una organizzazione sindacale e politica, ma in un certo qual senso il sentimento che dovrebbe nutrire un dirigente è proprio quello d’amore. Quando si spendono le giornate cercando di migliorare ed in un certo qual senso trasformare i luoghi di lavoro si fanno piccoli passi verso l’avanzamento della società in cui si vive, ma per riuscire a farlo al meglio bisogna prima di tutto nutrire stima ed amarsi almeno un po’. Amare se stessi, avere stima del sé è necessario per poter capire l’altro ed instaurare un rapporto positivo. Così come non deve mancare un briciolo di positività. In un certo qual senso il filo rosso che unisce il mio impegno quotidiano lo definisco amore, perchè se non si ama non ci si dedica mai abbastanza bene ad una passione.

Faccio mia una frase di Weber “la politica si fa col cervello, e non con altre parti del corpo o con altre facoltà dell’animo. E tuttavia la dedizione alla politica, se questa non dev’essere un frivolo gioco intellettuale, ma azione schiettamente umana, può nascere ed essere alimentata soltanto dalla passione”.