“Chiudere il carcere di Sollicciano”
FIRENZE – “Chiudere il carcere di Sollicciano”. E’ la forte richiesta di Massimo Lensi e Maurizio Buzzegoli, presidente e segretario dell’Associazione radicale di Firenze “Andrea Tamburi”, all’indomani della visita natalizia di Marco Pannella e Rita Bernardini nell’istituto penitenziario fiorentino.
“E’ proprio vero – spiegano i due esponenti radicali in una nota – il pianeta carceri è un mondo a parte. Nascosto e impenetrabile. Solo dopo la visita natalizia al carcere fiorentino di Sollicciano della delegazione radicale guidata da Marco Pannella e Rita Bernardini sono venuti a galla tutti i problemi: strutturali e infrastrutturali. Docce marmate, vitto scadente, riscaldamento assente, infiltrazioni: in altre parole problemi inerenti alla dignità di chi vi deve operare e del condannato nello svolgimento dell’esecuzione di pena. Pena, che, ricordiamo, dovrebbe essere finalizzata al reinserimento sociale e non a forme più o meno indirette di vendetta sociale mediante trattamento inumano e degradante”.
“Noi chiediamo semplicemente che il carcere di Sollicciano venga chiuso e dismesso – prosegue la nota – Questo non vuol dire che i detenuti debbano essere trasferiti in altre strutture penitenziarie aggravando così il problema strutturale del sovraffollamento. Chiediamo piuttosto che si presti attenzione a un veloce processo di decarcerizzazione, coinvolgendo la magistratura di Sorveglianza e rafforzando il UEPE (Ufficio Esecuzione Penale Esterna). Un processo che può essere realizzato dando concreta attuazione al sistema dell’esecuzione penale esterna, previsto nel nostro ordinamento, come misura alternativa alla detenzione. Un sistema di “probation” già presente in numerosi Paesi europei (Regno Unito, penisola Scandinava, Belgio, Francia, Austria, Portogallo, Germania).
“Chiediamo inoltre – concludono – che nell’immediato sul carcere di Sollicciano si formi un tavolo di coordinamento straordinario con tutti i soggetti coinvolti: dalla direzione dell’istituto fiorentino agli enti locali, dall’associazionismo carcerario alla regione Toscana”. (Redattore Sociale)