Chiusura Opg resta questione complessa
ROMA – Chiude a metà marzo uno dei quattro ospedali psichiatrici giudiziari ancora aperti, ma sulle Rems (residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza) è rischio ingorgo tra posti già esauriti, internati ancora da sistemare e 116 nuovi invii alle residenze per via delle misure di sicurezza provvisorie non eseguite per mancanza di posti. A una quindicina di giorni dalla sua nomina, è il Commissario straordinario per la chiusura degli Opg, Franco Corleone, a fare il punto sulla situazione in vista dell’incontro tra il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, le regioni commissariate, Dap e ministeri coinvolti. “Al 1 marzo ci sono 93 presenze negli Opg – spiega Corleone -: 6 a Reggio Emilia, 40 a Montelupo Fiorentino, 20 ad Aversa e 27 a Barcellona Pozzo di Gotto. Abbiamo, tuttavia, una prima notizia positiva: dopo la chiusura della casa di cura e custodia femminile di Sollicciano, chiuderà anche l’Opg di Reggio Emilia, credo per metà marzo”.
Soddisfatto anche il sottosegretario De Filippo che, a margine della conferenza su Ungass 2016, la sessione speciale dell’Assemblea Onu sulle droghe di aprile organizzata venerdì 4 marzo dal Dipartimento antidroga, ha sottolineato i risultati positivi, nonostante i ritardi. “Rispetto agli ultimi decenni – ha detto -, le cose stanno andando in maniera straordinariamente positiva. Il governo in quest’ultimo anno e mezzo ha fatto sul serio fino alla nomina di un commissario in quelle regioni che non hanno realizzato il programma così come era stato previsto. Penso che siamo alla chiusura di una storia molto negativa e imbarazzante per un paese civile. Siamo arrivati in un punto in cui la soluzione è ormai vicinissima”.
Nonostante l’ottimismo sul percorso, la chiusura degli Opg resta una questione complessa e non riguarda soltanto le regioni commissariate. Alcune regioni, infatti, hanno convenzioni con Rems su altri territori, ma per Corleone questa “non può essere una soluzione definitiva”. Per comprendere le difficoltà attuali, basta prendere come esempio la situazione dell’Opg di Montelupo Fiorentino. Ad oggi, tra gli internati, ci sono 13 tra sardi e liguri, mentre i restanti sono tutti toscani. Ma se la Liguria ha stipulato una convenzione con Castiglione delle Stiviere (su cui non mancano le critiche per via dell’eccessivo numero di ospiti), la Rems sarda è piena e così anche quella toscana di Volterra, con 14 posti. “A metà marzo dovrebbe aprire un nuovo piano sempre a Volterra con altri 14 posti – spiega Corleone -, ma non sono sufficienti per tutti. Ci vuole un’altra Rems e penso che vada fatta a Firenze, in tempi rapidi. Per quanto riguarda Sardegna e Liguria, tenendo conto che sono regioni non commissariate, è chiaro che devono rispondere a questa necessità. Se non si comincia ad approntare delle soluzioni, anche il numero così basso di persone in Opg rischia di incontrare difficoltà”. Intanto, aggiunge Corleone, il numero delle Rems sta timidamente aumentando. Altre due Rems saranno aperte tra Calabria e Abruzzo, mentre nel mese di maggio un altro padiglione verrà predisposto a Nogara.
Ad oggi sono 23 le residenze attive e ospitano 541 persone (di cui 65 donne), ma a preoccupare Corleone non è soltanto la possibilità di predisporre il numero posti necessario per chiudere gli Opg ancora aperti. Sono i nuovi invii a rendere tortuosa la strada del superamento definitivo degli ospedali psichiatrici giudiziari. “C’è un’altra questione che nel frattempo si è aperta – racconta Corleone: sono le misure di sicurezza provvisorie, per cui ci sono provvedimenti dei magistrati che emettono provvedimento per una misura di sicurezza nella Rems e non vengono eseguite perché non c’è posto. E queste sono 116 al 1 marzo 2016”. Un numero piuttosto elevato che non convince il commissario, anche per via delle disparità territoriali. “Ne abbiamo tre in Emilia Romagna, mentre in Sicilia ce ne sono 25 – spiega -. A me pare una disparità forte. Quello che voglio capire è se queste persone hanno compiuto reati o comportamenti che meritano un provvedimento per una misura equivalente al ricovero in Opg. Ho l’impressione che per alcuni casi in realtà il rapporto tra giustizia e sistema territoriale della psichiatria non funzioni molto bene. Non si valutano tutte le misure possibili prima di arrivare a quella detentiva. Resta il fatto che questi sono provvedimenti che dovrebbero essere eseguiti e non lo sono perché non c’è posto”.
Un nuovo imprevisto che rischia di rallentare un percorso che sembrava ben avviato. “Siamo tra l’incudine e il martello – continua Corleone -. Dobbiamo fare uscire dagli Opg queste 93 persone e dall’altra abbiamo 116 che premono. Duecento posti non ci sono ad oggi. Ma il problema è che se i magistrati danno queste misure di sicurezza con troppa facilità invece che dare la libertà vigilata o altre misure in strutture intermedie, il rischio è che le Rems non basteranno mai”. Per Corleone occorre trovare subito una soluzione che possa anticipare la riforma delle misure di sicurezza, oggetto di discussione di uno dei tavoli degli stati generali per la riforma dell’esecuzione penale. “Forse occorre un’anticipazione di quella riforma ordinamentale generale, riprendendo la legge 81 del 2014 sul superamento degli Opg per una sua corretta applicazione. Come garanti dei detenuti abbiamo chiesto la ricostituzione della commissione mista, quella che è stata la commissione Giostra, che aiuterebbe ad affrontare i nodi del carcere, con programmi di formazione e indicazioni operative. Bisogna affrontare questo bubbone che rischia di scoppiare”. (Agenzia Redattore Sociale)