Cinevasioni, alla Dozza di Bologna il primo festival del cinema in carcere
BOLOGNA – Cinevasioni, ovvero il primo festival del cinema in carcere. Non un festival sul carcere, ma un festival in carcere. È questa la sfida raccolta dalla casa circondariale della Dozza di Bologna. “Definirei questo festival ‘improbabile’ – sorride Filippo Vendemmiati, direttore artistico della rassegna, giornalista e regista di ‘Meno male è lunedì’ –. Non si è mai fatta una cosa del genere, a quanto mi risulta né in Italia né in Europa. Per noi è una doppia sfida: in primis, nei confronti dell’amministrazione carceraria; e poi verso il cinema. Riuscirà quello che viene considerato ‘linguaggio universale’ ad abbattere il muro forse più resistente, quello che divide il mondo degli uomini liberi da quello dei ristretti?”.
In programma dal 9 al 14 maggio, realizzato dalla Der – associazione Documentaristi Emilia-Romagna, avrà luogo nella sala grande del carcere, trasformata per l’occasione in una sala cinematografica. Cinque giorni di proiezioni alla mattina e al pomeriggio (una decina le opere che in totale saranno presentate), e l’evento conclusivo del sabato, per la premiazione. Possono partecipare lungometraggi (durata superiore ai 50 minuti) nazionali e internazionali sia di finzione sia documentari la cui proiezioni pubblica (sala o festival) sia avvenuta nel 2015: un’unica sezione a tema libero. È requisito obbligatorio la presenza di un rappresentante dell’opera (regista, attore principale, sceneggiatore, direttore fotografia, montatore, autore colonna sonora, produttore) durante la proiezione. L’iscrizione alla selezione è gratuita e deve essere inviata tramite apposito modulo entro e non oltre il 30 marzo 2016. Tutte le informazioni sono scaricabili dal sito del festival. “L’unico altro vincolo è che non siano film sul carcere – precisa Vendemmiati – La giuria del festival su questo punto è stata molto chiara”.
La giuria, infatti, sarà composta dai detenuti impegnati in CiakinCinema, il laboratorio che Der sta tenendo all’interno della Dozza dalla metà di ottobre 2015. Una ventina di persone tra i 20 e i 70 anni, prevalentemente italiani che ogni settimana partecipano agli incontri con i docenti, registi, produttori, montatori e sceneggiatori migliori dell’Emilia-Romagna. “CiakinCinema si articola in due momenti: il primo, più teorico, che affronta la storia del cinema; il secondo più pratico, con i detenuti chiamati a mettere in pratica quanto imparato durante le lezioni frontali”, spiega Angelita Fiore, direttrice organizzativa Cinevasioni. I partecipanti al corso laboratorio realizzeranno lo spot e la sigla del festival, come sintesi finale per percorso formativo, oltre ad averne già creato il logo: si tratta di una pellicola che esce da una cella a mo’ di lenzuolo. “Noi avevamo proposto una chiave – ricorda Vendemmiati –, ma ce l’hanno bocciata. Per noi era un simbolo di libertà, per loro tutto il contrario. ‘La chiave chiude’, ci hanno detto. E hanno proposto la pellicola”.
A ogni proiezione potranno partecipare circa 120/130 persone tra detenuti scelti a rotazione della direzione della casa circondariale (che a oggi accoglie circa 750 persone) e pubblico esterno precedentemente indicato dalla direzione del festival (esperti del settore, giornalisti, studenti delle superiori e del Dams). “È facile immaginare quanto per noi sia complessa l’organizzazione di un evento del genere – ammette Claudia Clementi, direttrice della Dozza – Pensate a fare entrare oltre che tutte le attrezzature anche persone esterne. È una bella sfida, che però ho raccolto volentieri: mi sembra la naturale conclusione di tutto quello che ha coinvolto, cinematograficamente parlando, il carcere in questi anni”. La Dozza, infatti, recentemente è stata set di ben 3 film: il già citato ‘Meno male è lunedì’ sull’officina metalmeccanica Fare impresa in Dozza; ‘Un centimetro alla volta’, il lungometraggio di Enza Negroni sulla squadra di rugby del carcere, e ‘Dustur’, documentario di Marco Santarelli sul percorso formativo proposta dal carcere bolognese ai suoi detenuti ‘Diritti, doveri, solidarietà. La Costituzione italiana in dialogo con il patrimonio culturale arabo’, presentato in queste ore in anteprima alla Casa del Cinema di Roma. “Non ci facciamo mancare nulla: non dimentichiamo, infatti, che abbiamo anche il coro Papageno e una compagnia teatrale – continua Clementi – Un gran lavoro, ma secondo noi la privazione della libertà non deve per forza essere privazione anche di tutto il resto”.
Colgo l’occasione per lanciare un bando fuori concorso – annuncia Vendemmiati nel corso della conferenza stampa di presentazione –: accettiamo autocandidature dal mondo del cinema per fare il Presidente di giuria. Ovviamente noi qualche nome l’abbiamo in mente, ma chi volesse autocandidarsi avrebbe la priorità”. “Non ci sarà il red carpet – continua il regista –, ma un premio sì. Un premio simbolico, ovviamente. L’idea è che sia costruito dagli operai di Fare impresa in Dozza. Mi sembra il minimo”. (Redattore Sociale)