Cinevasioni, tutto pronto al Dozza per il primo festival del cinema in carcere
BOLOGNA – “Siamo preparatissimi per il festival”. A parlare è Catalin, romeno di 42 anni, uno dei 15 detenuti della Dozza che, dal 9 al 14 maggio, vestiranno i panni dei giurati per Cinevasioni, il primo Festival del cinema in carcere promosso da D.E-R Associazione Documentaristi Emilia-Romagna in collaborazione con la Direzione della Casa Circondariale Dozza di Bologna, il contributo della Fondazione del Monte di Bolona e Ravenna e il sostegno di Rai Cinema. Dopo aver partecipato al laboratorio teatrale organizzato alla Dozza, Catalin – che è in carcere da 4 anni, prima a Opera (Milano) e poi a Bologna – ha partecipato al corso di cinema CiakinCarcere: “Il cinema mi è sempre piaciuto e sono sempre stato uno spettatore modello che stava fino alla fine, ad aspettare i titoli di coda”, racconta. Poi lo scorso ottobre è iniziato il corso di cinema e Catalin è stato uno dei partecipanti. “Siamo stati tutti rapiti da questo progetto, è stata un’esperienza ricchissima – dice – Ci hanno insegnato a guardare i film con un altro sguardo, andare oltre le immagini per capire tutto quello che c’è dietro. Ne abbiamo visti tantissimi e ognuno ci ha lasciato qualcosa”. Fuori dal carcere, in Romania, Catalin faceva l’imprenditore edile, in Dozza è diventato anche attore. Sì, perché lui e gli altri partecipanti al laboratorio sono i protagonisti di “La sfida”, il video che fa da sigla al festival.Il motivo? Lo ha raccontato Angelita Fiore direttrice organizzativa di Cinevasioni: “Io e Filippo (Vendemmiati, ndr) abbiamo chiesto loro se erano sicuri di volerci mettere la faccia e loro ci hanno detto ‘noi siamo finiti sui giornali per i reati che abbiamo commesso, per gli sbagli che abbiamo fatto, oggi vogliamo metterci la faccia per qualcosa di cui siamo fieri e vogliamo che ci sia anche il nostro nome”.
Catalin non vede l’ora che arrivi lunedì, il 9 maggio, quando inizieranno le proiezioni del festival, due al giorno (una al mattino e una al pomeriggio con un pubblico di circa 150 spettatori, tra detenuti, studenti delle superiori e dell’università e cittadini) intervallate dalle conferenze stampa con registi, distributori, scrittori, sceneggiatori, critici). A Catalin manca un anno e qualche mese da scontare. E dopo? “Non lo so, non si sa mai cosa ti può riservare la vita”, dice. Intanto, si prepara per vivere la settimana del festival e votare il film vincitore di Cinevasioni.
A presiedere la giuria ci sarà l’attore Ivano Marescotti. “Ho accettato con entusiasmo la proposta – dice – perché credo che questo festival abbia un doppio valore, creare cultura e portare questa cultura dove ci sono persone che hanno perso alcuni diritti, come la libertà, ma non quello di sviluppare passioni e talenti”. Per Marescotti, il corso CiakinCarcere e il Festival Cinevasioni che ne costituisce l’evento conclusivo rappresentano un’occasione per scoprire talenti, sviluppare passioni, “com’è accaduto per i detenuti che sono diventati attori nella Compagnia di teatro del carcere di Volterra o per me che fino a 35 anni mai pensavo di avere la vocazione di fare l’attore e poi, dopo aver lasciato il mio lavoro in Comune, ho avuto l’occasione di diventarlo”. Tra pochi giorni è in programma la prima riunione della giuria in cui Marescotti incontrerà gli altri giurati: “So che si sono preparati molto – dice – Mi fa piacere perché tutte le volte che ho fatto parte di una giuria ho cercato di discutere con gli altri sui film, di confrontarsi, non dare un voto e basta e sarà così anche questa volta”. E poi lancia una proposta: “Sarebbe bello se questo festival potesse diventare viaggiante, nomade, e andare ogni anno in un carcere diverso”. (Agenzia Redattore Sociale)