Circus ability: la scuola dove i disabili diventano giocolieri e acrobati
TORINO – Pablo, 33 anni, è un artista di strada. Ne aveva appena 17 e viveva ancora a Buenos Aires quando ha iniziato ad avvicinarsi alla giocoleria e all’acrobatica. Da allora non ha più smesso; nemmeno quando un banale incidente gli ha portato via la gamba sinistra. Qualche anno fa si è messo in viaggio, per esibirsi nelle piazze e ai semafori delle maggiori città europee. Lo scorso ottobre si stava esibendo a Torino, quando un automobilista gli ha consigliato di andare a far visita a una palestra di Mirafiori sud. Che, di lì in poi, è diventata la sua seconda casa.
È qui, al civico 23 di via Artom, che hanno sede le attività di Circus Ability, progetto che da oltre 20 anni lavora per avvicinare i disabili al mondo delle arti circensi. A fondarlo, un gruppo di attori che nel 1992 si trovarono a frequentare una serie di workshop sul teatro fisico: nasceva così “Teatrazione”, associazione culturale principalmente orientata verso lo sport e le arti di strada, che di lì a poco avrebbe concepito il primo programma in assoluto per avvicinare a queste ultime i ragazzi disabili. In quel gruppo c’era anche Italo Fazio, che di Circus Ability è il presidente: “inizialmente – ricorda – lavoravamo principalmente con i normodotati. Finché, su richiesta del Gruppo Abele, ci occupammo di un’intervento per il reinserimento di un’etilista. Fu allora che iniziammo a interessarci a tutte quelle persone che la società percepisce come diverse”. Per questo, Fazio e il resto del gruppo, si misero subito alla ricerca di una nuova sede, da ristrutturare su misura per i disabili motori e sensoriali: presto, in via Artom, “ai corsi di acrobatica e giocoleria – continua il Presidente – si aggiungeranno quelli di basket e tennis in carrozzina; e di arrampicata aperta anche ai disabili psichici. L’obiettivo, è creare il primo polo nazionale completamente dedicato a questo genere di attività”.
Ad oggi, nella palestra di Mirafiori sono transitate centinaia di ragazzi. “Soltanto al momento – chiarisce Fazio – ne abbiamo 140 che frequentano regolarmente; 40 dei quali sono disabili. Da noi arrivano nei modi più disparati: a volte facciamo attività nelle scuole, ma la maggior parte di loro arriva con il passaparola. In qualche caso, poi, sono anche medici e operatori a indirizzarli”. Qualche anno fa, ad esempio, Circus Ability si è dedicata a un intervento su un ragazzo psicotico e autistico, andato avanti per oltre quattro anni. “Inizialmente – ricorda Fazio – non era proprio pensabile farlo partecipare ad alcuna attività di gruppo. Ma col tempo lo abbiamo visto cambiare radicalmente. E al quarto anno questo ragazzo ha potuto partecipare a un esibizione di gruppo in piazza San Carlo”. Ciò è possibile perché, all’interno di Circus Ability, nulla è lasciato al caso: “In molti casi – chiarisce il Presidente – lavoriamo a stretto contatto con educatori e terapeuti. Con loro, iniziamo sempre da una valutazione preliminare circa i bisogni e le possibilità dell’allievo, per poi stilare un progetto su misura”.
Così, negli spazi di via Artom e nelle frequenti esibizioni del gruppo (la prossima è in programma per le celebrazioni comunali della Festa della donna), capita di vedere ragazzi disabili come Eleonora, che è affetta da tetraparesi spastica ma riesce tranquillamente ad andare sul trapezio. O Pablo, che – con 20 anni di pratica alle spalle – non ha più bisogno di imparare; ma frequenta la palestra per divertirsi “e dare una mano ai ragazzi”. O come Cosima, una ragazza cieca che sta diventando un asso dell’acrobatica cinese; “Quando si esibisce – dice Fazio, con una punta d’orgoglio – sveliamo sempre al pubblico che tra gli acrobati c’è una persona non vedente, sfidandoli ad indovinare chi sia. La maggior parte delle volte, credono si tratti del suo istruttore”.
Il principio seguito da Circus Ability è che “ciò che può fare un disabile, in genere pul farlo anche un normodotato; ma non sempre è vero il contrario. Tenendo presente questo semplice concetto, abbiamo sempre lavorato con classi miste, evitando ogni forma di ghettizzazione”. Chi volesse saperne di più, può visitare al sito web di teatrazione. “Il 14 febbraio, poi, faremo un open stage” conclude Fazio. “Si tratta di un’esibizione in palestra, dedicata alle famiglie degli allievi, ma aperta a chiunque voglia venire a farsi un’idea o a chiedere informazioni sui nostri corsi”. (Redattore Sociale)