Conclusa la tre-giorni cagliaritana sul soccorso in mare con l’esercitazione internazionale “Squalo 2022”
Positivo il bilancio della tre-giorni promossa da Guardia Costiera e Frontex.
Nella giornata odierna, al largo di Cagliari, si è svolta un’esercitazione complessa SAR “Squalo 2022”, che ha concluso l’intensa tre-giorni di lavori sulla ricerca e il salvataggio in mare organizzata dalla Guardia Costiera italiana in sinergia con l’Agenzia europea Frontex.
Un’iniziativa, questa, pensata per sostenere il confronto tra 60 esperti di diverse Autorità appartenenti a 20 differenti Paesi sui più importanti ed attuali temi riguardanti il soccorso in mare.
Tra i convenuti, non solo i rappresentati dei Paesi aderenti all’accordo SARMEDOCC (sottoscritto da Francia, Spagna e Italia) e gli esperti Frontex, ma anche i rappresentanti degli assetti nazionali ed esteri operanti nell’ambito dell’operazione internazionale Themis 2022, coordinata dalla stessa Agenzia Frontex ed i rappresentanti di vari Stati membri e Paesi associati Schengen, oltre ad altri Organismi internazionali (Organizzazione Marittima Internazionale IMO, Tactical Emergency Casualty Care TECC, Comitato Internazionale Della Croce Rossa ICRC, SARMED/OCC).
Numerosi anche i Paesi terzi intervenuti con propri osservatori: tra questi, ad esempio, la Guardia Costiera americana.Strategica – a questo riguardo – la scelta come piano operativo del Sud Sardegna, una zona ad alto traffico aeronavale, in posizione baricentrica sia rispetto all’accordo SARMEDOCC, sia interna allo scenario dell’Operazione Themis.
Durante l’esercitazione complessa, gli equipaggi e gli osservatori dei diversi Paesi – Albania, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lituania, Lettonia, Montenegro, Romania, Portogallo, Slovenia, Spagna, Tunisia e USA – si sono confrontati e addestrati simulando un’operazione di soccorso a un aereo di linea con 55 passeggeri a bordo, precipitato in mare a causa di un problema tecnico.
La Squalo 2022 ha così coinvolto circa 20 tra elicotteri, aerei e unità navali, simulando lo svolgimento di quella che tecnicamente viene definita una “Mass Rescue Operation”, operazione di soccorso con grandi numeri.
Nel ruolo di “Air Coordinator”, per il coordinamento delle operazioni aeree, un Ufficiale pilota di ATR 42 appartenente al 2° Nucleo Aereo Guardia Costiera di Catania. Mentre al 13° M.R.S.C. di Cagliari è spettato il coordinamento generale di tutte le delicate fasi dell’esercitazione, assegnando alle 10 Unità navali e agli aeromobili coinvolti schemi di ricerca al fine di pattugliare nel più breve tempo possibile le 250 miglia quadrate di mare all’interno delle quali si presumeva fosse precipitato l’aereo.
Da sottolineare l’importante presenza della nave della Guardia Costiera italiana “Diciotti”, che oltre a fungere da coordinatrice in area operazioni delle Unità navali coinvolte, ha svolto il ruolo di piattaforma logistica con Presidio Medico Avanzato per il triage e il successivo trasferimento degli infortunati verso il pronto soccorso dell’Ospedale locale.
Per rendere ancora più realistico lo scenario, sono stati coinvolti anche dei volontari appositamente “truccati”, che hanno simulato i feriti recuperati sia dalle motovedette che dagli elicotteri coinvolti nell’attività addestrativa complessa. Tra questi, velivoli e Unità navali della Guardia di Finanza, della Marina Militare, dell’Aeronautica Militare, dei Carabinieri e della Polizia di Stato, oltre agli altri assetti internazionali.
La “Squalo 2022” ha rafforzato i rapporti di collaborazione tra gli Enti nazionali e internazionali, che quotidianamente operano in mare per incrementare la risposta in materia di salvaguardia della vita umana, dimostrando l’elevata capacità di interoperabilità tra unità di Paesi e Organizzazioni differenti e rappresentando un valido banco di prova per testare le capacità di coordinamento della Guardia Costiera italiana.
L’esercitazione ha confermato, inoltre, la capacità di risposta del sistema in scenari estremamente complessi, esaltando l’utilità di figure specialistiche come quella del Soccorritore Marittimo della Guardia Costiera italiana, imbarcate – nella circostanza – su unità di altri Paesi per il recupero di persone dal mare.