COP21: Naomi Klein e Jeremy Corbyn lanciano un appello per una protesta di massa
LONDRA – Lunedì 7 dicembre 2015 a Parigi un gruppo di attivisti, tra cui la scrittrice Naomi Klein e il leader del Partito Laburista britannico Jeremy Corbyn, è intervenuto in un affollato evento sul ruolo dei lavoratori nel movimento per la giustizia climatica e ha lanciato un appello per atti di disubbidienza civile di massa contro il divieto di manifestare durante la COP 21 imposto dal presidente francese François Hollande.
Klein ha parlato in modo molto diretto dell’accordo globale sul clima che i leader mondiali stanno definendo questo mese: “L’accordo che verrà svelato tra meno di una settimana non sarà sufficiente a tenerci al sicuro, anzi, sarà straordinariamente pericoloso. I paesi ricchi hanno fissato obiettivi inadeguati, che potrebbero far salire le temperature globali di 3 o 4 gradi Celsius, ossia molto di più della soglia di 2°C, che secondo gli scienziati causerebbe vere catastrofi climatiche. L’accordo passerà come uno schiacciasassi su cruciali linee rosse fissate dalla scienza, dalla giustizia e dalla legalità.”
“Per questo il 12 dicembre a mezzogiorno – 12-12-12— molti attivisti dimostreranno in modo pacifico contro la violazione di queste linee rosse,” ha annunciato Naomi Klein, scatenando gli applausi del pubblico formato da circa 800 sindacalisti, lavoratori e attivisti.
La marcia protesterà contro il giro di vite imposto dal governo francese dopo gli attacchi terroristi del 13 novembre, che hanno ucciso 130 persone e scatenato una caccia all’uomo internazionale che a parere di molti viola i diritti civili europei. Klein ha criticato severamente il divieto.
“Piangeremo le vite già perse per gli sconvolgimenti climatici, in solidarietà con le vittime dei tragici attacchi di Parigi e allargando l’ampiezza del lutto”, ha detto Klein. “Scendendo per strada respingeremo in modo chiaro e inequivocabile la proibizione draconiana e opportunista di marce, proteste e manifestazioni imposta dal governo di Hollande. Respingeremo i vergognosi arresti preventivi di attivisti del clima e le limitazioni alla libertà di espressione e movimento. Liberté non è solo una parola e non si applica solo ai mercatini di Natale e alle partite di calcio.”
“Ci siamo assunti la responsabilità di fare qualcosa qui e ora” ha aggiunto Corbyn. “Fermare la distruzione dell’ambiente, unire le persone per impedire che questo avvenga e soprattutto unirle non con la paura, ma con la speranza, l’immaginazione e l’ottimismo. Scateniamo l’ottimismo, scateniamo l’immaginazione, scateniamo la speranza. E’ questa la via da seguire”.
Si è anche parlato di una “giusta transizione” verso un futuro pulito, in particolare passando a un sistema di infrastrutture di risorse rinnovabili di proprietà comunitaria, un processo conosciuto anche come democratizzazione dell’energia. “Quando le comunità controllano la produzione e la distribuzione di energia pulita, allora si può avere giustizia ambientale”, ha dichiarato Judy Gonzalez, presidente del New York State Nurses Union.
Corbyn ha anche respinto le critiche secondo cui concentrarsi sulle energie sostenibili e abbandonare i combustibili fossili sia una scelta impraticabile dal punto di vista economico. “Una politica energetica più sostenibile, che aiuti ad affrontare i problemi a livello globale, sarebbe una spinta per l’economia e non un problema,” ha sostenuto.
Clara Paillard, presidente della sezione culturale del Public & Commercial Services Union, ha aggiunto: “Se vogliamo una transizione giusta, avremo bisogno di molti, molti posti di lavoro. Il clima è un tema che riguarda i sindacati. Nel 2008 il Regno Unito ha trovato 800 miliardi di sterline per salvare le banche. Ogni anno l’elusione e l’evasione fiscale arrivano a 100 miliardi di sterline. Parliamoci chiaro: se il pianeta fosse una banca, l’avrebbero già salvato.”
di Nadia Prupis, editorialista di Common Dreams
traduzione dall’inglese di Anna Polo per Pressenza