Crotone, crisi e no delle banche spingono nelle mani degli usurai
CROTONE – Commercianti e piccoli imprenditori stretti nella morsa dell’usura, che come spiega il presidente della Confcommercio Crotone Alfio Pugliese a margine di un incontro sul tema della legalità – durante il quale sono stati diffusi i dati nazionali sulla diffusione delle attività criminose nei confronti degli operatori economici – è “tra le attività criminose che viene più evidenziata e condivisa e negli ultimi anni si sta facendo sempre più avanti”.
Un fenomeno, quello dell’usura, che si diffonde soprattutto nei momenti di crisi economica quando “avendo l’imprenditore l’indisponibilità economico-finanziaria e non riuscendo a sopperire a questa difficoltà tramite il sistema bancario tradizionale – prosegue Pugliese – trova molto più semplice ottenere liquidità rivolgendosi a soggetti che alimentano una carenza di illegalità diffusa che chiaramente non aiuta nessuno”.
E se da una parte, la criminalità organizzata offre prestiti nulla affatto vantaggiosi, dall’altra finanzia questa attività spesso con i proventi delle estorsioni. “Sono attività spesso correlate” spiega il dirigente della squadra mobile di Crotone, Fabio Zampaglione, il quale sottolinea come “l’unico modo per mettere fine a questo meccanismo perverso è denunciare”. Zampaglione spiega che lo Stato mette a disposizione fondi speciali per le vittime del racket per permettere loro di continuare a svolgere la propria attività economica e imprenditoriale.
Inoltre, la denuncia in molti casi diventa un deterrente: “Quando la vittima non si piega alla richiesta di denaro e denuncia subito, gli estorsori sono portati a desistere e lasciar perdere”. Questo perché le cosche sono consapevoli che anche da una sola denuncia si innesca un sistema di indagini – scomodo per i loro affari criminosi – che il più delle volte sfocia in intercettazioni, sequestri, perquisizioni.
Proprio la Confcommercio di Crotone aveva siglato sei anni fa un protocollo di intesa con la Prefettura per arginare il fenomeno del racket mafioso. Un progetto che non ha mai visto la luce anche a causa della mancanza di fondi. Ma di fronte a uno scenario che può diventare drammatico per il tessuto economico e sociale del territorio, l’impegno della Confcommercio garantisce Pugliese è quello di “condurre gli imprenditori a denunciare e diffondere le buone prassi, anche con il mondo delle scuole, rispetto anche a quello che si può fare tutti insieme. Solo insieme possiamo contrapporci all’arroganza e alla prepotenza di chi agisce nell’illegalità”.
In Calabria, storie di commercianti e imprenditori coraggiosi che hanno denunciato i loro estorsori non mancano. Nello Ruello, Tiberio Bentivoglio, Rocco Mangiardi sono solo alcuni dei più noti e impegnati anche nel sociale attraverso la propria testimonianza. Di cittadini che non si sono arresi al potere mafioso. Sono diventati esempi per l’Italia intera. Peccato che poi lo Stato, spesso, si dimentichi di loro.
Francesca Caiazzo