Crotone. Raccolta differenziata, Pollinzi (Possibile): “Riduzione rifiuti alla fonte non è nell’agenda Pugliese”
(di Filly Pollinzi, dirigente nazionale di Possibile) Mentre si fa propaganda su un servizio di raccolta differenziata che non parte ma che paghiamo già da un anno, mentre si rincorrono dichiarazioni e documenti che contraddicono quelli precedenti, mentre è evidente a tutti che Akrea, così organizzata, non è in condizioni di garantire gli obiettivi proclamati ma neppure l’avvio, malgrado quanto contenuto nella relazione tecnica allegata alla convenzione, basterebbe avere un poco di volontà per dare segnali di cambiamento. Almeno sul piano dei rifiuti urbani, perché, appunto, non serve necessariamente sempre aspettare il finanziamento di un piano.
Tra le altre cose, non sarebbe la prima volta che Crotone, ricevuti i fondi per la differenziata non saprebbe darvi seguito. Allora, come dico da sempre, non è affatto un problema di risorse economiche ma di idee e volontà politica. E sì che basterebbe copiare da chi le cose le fa e magari avere maggiore conoscenza delle questioni. Se è vero che siamo rimasti ultimi anche nel differenziare i rifiuti per favorirne il riciclo, è anche vero che anche questa amministrazione poco sembra sapere riguardo all’indirizzo europeo in materia.
Così, proposte di riduzione di rifiuti alla fonte non se ne trovano nell’agenda politica della giunta Pugliese. Eppure basterebbe poco, pochissimo. Si potrebbe fare domani. Iniziando per esempio dalla plastica e in particolare dalle bottiglie dell’acqua, che oltre a costituire una spesa per le famiglie, risultano spesso essere la parte più consistente dei rifiuti urbani, sicuramente quella con maggiore volume, che aumenta i livelli di inquinamento, e per la sua produzione e per il suo trasporto.
A questo proposito siamo per la promozione del consumo di acqua pubblica attraverso la realizzazione delle c.d. “casette dell’acqua”, dalle quali la cittadinanza, grazie ad appositi impianti che erogano acqua pubblica di qualità, naturale o frizzante, refrigerata o a temperatura ambiente, può rifornirsi del prezioso liquido.
Lì dove i comuni hanno installato le casette dell’acqua, sì è potuto calcolare una media di 45.000 litri d’acqua erogati al mese, con una media di ben 30 mila bottiglie di Pet (circa 1.200 kg di plastica) da smaltire in meno.
Con un notevole risparmio economico ed un semplice gesto i cittadini hanno modo di diventare “attori responsabili” rispetto al bene comune che è l’ambiente perché eliminando la produzione e il trasporto su camion di quantità considerevoli di bottiglie di plastica, si riducono anche le immissioni nocive di CO2 in atmosfera. Inoltre, si riduce drasticamente una parte consistente di rifiuti da trattare con la facile conseguenza che si potrebbero rivedere i contratti per raccolta e smaltimento generando un risparmio sul servizio, di cui si avvantaggerebbe l’ente pubblico e la comunità.
Un investimento a portata di mano e utile a tutti. Magari compensando la spesa con qualche inutile parcella legale in meno, solo per ricorsi fotocopia di quello che i cittadini hanno fatto con un semplice contributo per le spese vive, o, ancora, evitando di spendere soldi pubblici per fare mera propaganda, peraltro senza ragione.
E’ troppo chiedere all’amministrazione di iniziare esattamente da qui a dare un segnale, finalmente?