Crotone, un numero verde contro ogni forma di violenza
CROTONE – Si chiama “Donna in Ascolto” il nuovo sportello promosso dal Coordinamento Donne della Cisl di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia. Partito da circa un mese, il servizio è completamento gratuito ed è rivolto a tutti i cittadini senza distinzioni di sesso e/o età. Obiettivo dello sportello è prevenire e contrastare la violenza in ogni sua forma e contribuire al superamento di qualsiasi tipo di disagio. Per garantire la massima riservatezza e il completo anonimato, è stato attivato il numero verde gratuito 800 62 50 94 raggiungibile sia da fisso che da cellulare da lunedì a venerdì dalle ore 9 alle 19 e il sabato dalle 9 alle 12.
“Il numero verde è importante perché rappresenta una prima fase di ascolto – ci spiega Rita Lorenzano, responsabile del dal Coordinamento Donne della Cisl di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia – e in alcuni casi, quando una persona vive un particolare disagio che sia personale, professionale, di coppia, il problema è proprio non riuscire a trovare qualcuno sappia ascoltare”.
Ma non bisogna confondere lo sportello con una sorta di telefono amico: “La chiamata – aggiunge – serve per conoscere innanzitutto la natura del problema che ci viene posto, per capire di cosa ha bisogno chi ci ha chiamato e verso quale dei nostri professionisti indirizzarlo. Ovviamente se si tratta di problemi di una certa entità e tali non poter essere gestiti da noi, l’utente viene indirizzato verso strutture specifiche in grado di fornire un supporto più adeguato”.
Che sia una donna vittima di un compagno violento, un minore perseguitato dai bulli, un lavoratore oggetto di mobbing, genitori con problemi di relazione con i figli adolescenti, lo sportello è in grado di garantire supporto sia psicologico che giuridico, proponendo la soluzione più adatta per ogni caso specifico.
L’esigenza di attivare questo tipo di servizio, è nato dalla consapevolezza che “la società sta cambiando e come sindacato – spiega Lorenzano – non possiamo stare a guardare dalla finestra. Da tempo siamo attivi con iniziative di prevenzione e sensibilizzazione su diverse tematiche ma ci siamo resi conto organizzare convegni e incontri non bastava. Bisogna agire direttamente”. Ed è così che l’idea è stata condivisa con alcuni professionisti, che hanno deciso di sposarla completamente mettendo a disposizione tempo e competenze in modo assolutamente gratuito.
A rispondere alle chiamate, a turno ci sono psicologhe, psicoterapeute, consulenti legali, sociologi, criminologhe, mediatrici familiari, assistenti sociali, consulenti del lavoro, consulenti alimentari. Una équipe che può garantire assistenza anche nei casi più complessi, laddove eventualmente alla base di un disagio ci sia un altro disagio. E’ il caso ad esempio di un licenziamento, i cui effetti si riversano non solo sul lavoratore che lo ha subito ma anche nella sua vita sociale e familiare, coinvolgendo spesso eventuali minori presenti in famiglia. E’ chiaro che in situazioni del genere le direzioni da intraprendere sono più d’una: eventuale assistenza legale e sindacale sul piano lavorativo e supporto psicologico sul piano personale e familiare.
Situazioni del genere sono molto delicate, anche perché bisogna considerare che l’adulto potenzialmente riesce a capire e individuare più facilmente il proprio disagio, mentre nei bambini bisogna saperlo riconoscere e intervenire. Ed è qui che anche solo parlare della propria condizione familiare diventa importante: un comportamento che un genitore può considerare normale in un bambino può essere invece un campanello d’allarme di un problema psicologico che richiede l’intervento di un esperto.
“Il nostro servizio non vuole sostituirsi a chi già opera con serietà e competenza sul territorio – conclude Lorenzano – ma vogliamo essere d’aiuto e supporto. Inoltre, tutti i professionisti coinvolti nel progetto sono a disposizione degli istituti scolastici superiori del territorio per organizzare incontri con gli studenti su tematiche che interessano il mondo giovanile, dalle dipendenze al fenomeno del bullismo”. Una sinergia che non può che far bene alla comunità.
Francesca Caiazzo