#Crotonevuolevolare, iniziativa dal basso in difesa dell’aeroporto
CROTONE – Dal primo novembre scorso, l’Aeroporto Pitagora di Crotone è chiuso. Lo ha deciso l’Enac, visto che non era stata presentata alcuna richiesta di proroga dell’esercizio provvisorio che era in scadenza il 31 ottobre.
Anche Ryanair, unica compagnia attiva sulla scalo, aveva deciso di sospendere i voli da e per Bergamo, Roma Fiumicino e Pisa dal 29 ottobre. La compagnia irlandese, a seguito di alcuni incontri avvenuti con il sindaco di Crotone Ugo pugliese, il presidente della Regione Mario Oliverio e il sottosegretario Dorina Bianchi, aveva manifestato interesse a mantenere la sola tratta su Orio al Serio. Poi è arrivata la decisone del Enac.
E la questione è diventata o lo è sempre stata politica. Consigli comunali straordinari, comunicati stampa e prese di posizione. E tante parole. Si cercano responsabilità e Capri espiatori. Più per assecondare l’opinione pubblica che per una reale volontà di risolvere il problema.
Intanto Crotone perde altri posti di lavoro (i dipendenti dello scalo stanno attuando un sit in pacifico da giorni) e viene privata del diritto alla mobilità. In attesa che una delle due società ammesse a concorrere per la gestione trentennale degli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria non vinca il bando Enac.
Nel frattempo si vive in una città isolata, di fatto. Senza più treni a lunga percorrenza, senza aerei e senza autostrada. L’unica via di collegamento col resto di Italia e della stessa regione resta la statale 106. Una mulattiera che in più tratti – compreso quello del crotonese – attraversa decine di paesi e tanto pericolosa da meritarsi l’appellativo di strada della morte.
Ma i cittadini di Crotone non ci stanno. E sabato 12 novembre alle 9.30 scenderanno in piazza a manifestare. Una protesta a colpi di hashtag e foto che è già partita sui sociale network diventando subito virale. Il messaggio è sempre lo stesso: #Crotonevuolevolare. Un appello che ha ottenuto in breve tempo oltre mille condivisioni e quasi 80.000 visualizzazioni.
“Questa iniziativa – scrivono gli organizzatori su Facebook – è nata dal basso, dai cittadini, dalle fasce sociali meno considerate. Negli ultimi giorni numerosi parlamentari ed esponenti politici nazionali sono venuti a Crotone per parlare del referendum, chiedendo di votate SI o di votare NO, a seconda dei casi. MA E’ POSSIBILE CHE DA NOI VENITE SOLO PER CHIEDERE E MAI PER DARE?? Domani saremo noi a chiedere. È gradita risposta.”