Da rifugio per i poveri a supermercato: la protesta di Biagio Conte per riavere la sua missione
PALERMO – Con la forza, la tenacia ma soprattutto con la preghiera, come ci tiene a sottolineare, anche questa volta il missionario laico Biagio Conte vincerà la sua battaglia. Da una settimana, infatti, con grande umiltà, dorme all’aperto sotto un riparo di fortuna con un materassino, sfidando il freddo dell’inverno, davanti ai capannoni, prima abbandonati e poi recuperati, annessi da sempre alla prima missione storica “Speranza e carità” di via Archirafi per rivendicarne il suo uso. Da oltre 20 anni, infatti, in questi capannoni dell’ex fonderia Basile, si sono svolte parecchie attività di raccolta della carta ma anche laboratori artigianali dove a prestare la loro opera sono stati sempre i più poveri ed emarginati della città. Adesso gli ampi locali sono stati venduti all’asta e comprati da una ditta che vorrebbe destinarli ad attività economiche.
Dopo anni di aste giudiziarie, infatti, andate deserte per l’acquisto dell’ ex fonderia, sottoposta a curatela fallimentare, e dopo le promesse da parte di Comune e Regione mai realizzate, la società Cannone Bonetti srl di Partinico si è aggiudicata all’asta la proprietà di 2.400 metri quadrati per poco più di 160 mila euro. Alcune indiscrezioni lasciano intendere che in queste ampia struttura si vorrebbe realizzare forse un supermercato. Stupito dalla notizia ma nello stesso determinato ad andare avanti il missionario Biagio Conte chiede di potere continuare il servizio importante ai poveri che da sempre viene svolto. I capannoni, vent’anni fa, dopo una grande bonifica anche con l’aiuto dei giovani universitari di tutta Italia, con l’impiego di 70 persone erano serviti per attivare la raccolta e il riutilizzo della carta, cartone, officine e artigianato.
Nel 2005 l’allora sindaco Diego Cammarata e l’ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, avevano annunciato che avrebbero acquistato la struttura attraverso una trattativa privata da 500 mila euro (che avrebbe versato il Comune) e liberato il tetto dalle lastre di amianto (a carico della Regione). Ma negli anni non è avvenuto niente di tutto questo. Nel frattempo la Missione, rappresentata da un suo avvocato, stava cercando di avanzare un’offerta di acquisto senza incanto, sempre con asta pubblica, proponendo una cifra di circa 100 mila euro. Ben 50 mila euro erano stati garantiti dalla fondazione Giovanni Paolo II di Firenze, gli altri li avrebbe dovuti trovare. Ma non si è fatto in tempo perché l’immobile, in maniera più tempestiva, e senza avvertire, è stata aggiudicato ad un’altra ditta.
Considerata la grande utilità sociale che l’immobile ha avuto negli anni, si sta cercando adesso di trovare altre soluzioni. “E’ possibile che per i diritti dei più poveri, di chi vive per strada, di chi non mangia ed è dimenticato dalla società, si debba sempre lottare? – dice con grande forza fratel Biagio -. Non è giusto togliere la speranza ai poveri, questi spazi serviranno per ridare dignità a chi è stato ferito ed è rimasto indietro per realizzare un centro di reinserimento sociale, uno spazio formativo, ricreativo per tutta la città. Chiediamo di riavere la titolarità dei locali così come era stato promesso. I capannoni sono la possibilità di uscire dalla logica solo assistenziale, facendo impegnare i più fragili”.
“Il sindaco Orlando, il vescovo don Corrado Lorefice e pure il cardinale Paolo Romeo mi sono venuti a trovare e mi sono stati vicini dandomi conforto. Forse si sta aprendo un dialogo che spero porti a dei frutti concreti – continua il missionario -. Continuo ad avere fiducia, in Dio in primo luogo, ma anche in coloro che mi sostengono a vario livello che non mi hanno mai abbandonato. Le istituzioni devono ascoltare il grido di chi ha bisogno e di chi si spende ogni giorno per farli rinascere. Non si può interrompere un percorso che era stato già iniziato. Occorre che ognuno faccia la sua parte ma metteteci in condizione di fare ancora del bene”. “Accanto al mio rifugio – aggiunge sorridente e con gli occhi luminosi Biagio Conte – ho trovato pure un alberello di ulivo che per me rappresenta la speranza che non morirà ma farà il suo corso”.
Il missionario lancia anche un appello a Papa Francesco e al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendo “un intervento immediato per accorciare i tempi interminabili della burocrazia rendendola più fruibile al bene comune – scrive -. Il rapporto fra le istituzioni e i cittadini deve essere di una maggiore fiducia e di reciproco accordo. I cittadini e le istituzioni non sono due mondi diversi ma un’unica famiglia. Chiediamo la restituzione dell’ex fonderia Basile. Attendiamo anche con speranza da 15 anni il comodato d’uso dell’ex caserma dell’ aeronautica di via Decollati, senza il quale non possiamo utilizzare l’impianto foto voltaico. Inoltre la concessione dell’edifico ex Santa Caterina per l’ accoglienza femminile, un’attesa lunga 15 anni”. (Redattore Sociale)