Dalla Bestia alla Cirulla: i giochi di carte poco ‘mainstream’

Le carte possono essere maneggiate tranquillamente anche dai più piccoli e talvolta sono proprio loro a cimentarsi in giochi molto meno noti, talvolta addirittura sconosciuti ai più adulti.

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I giochi di carte sono un grande classico dell’intrattenimento, soprattutto in Italia. Alcuni giochi sono divenuti nel tempo davvero celebri: basti pensare al Poker o alla Scala 40. Che si tratti di carte francesi o italiane, ce n’è per tutti i gusti: d’altro canto non c’è bisogno di sapere cosa rappresentano i semi delle carte regionali per potervi giocare. Le carte possono essere maneggiate tranquillamente anche dai più piccoli e talvolta sono proprio loro a cimentarsi in giochi molto meno ‘mainstream’, talvolta addirittura sconosciuti ai più adulti. Tra questi figura ad esempio il gioco della Bestia, nato in Francia nel XVIII secolo. Ogni partita si compone di 4 fasi: distribuzione, dichiarazione, gioco della carta e spartizione del piatto.

Di norma la Bestia prevede che si giochi con le carte regionali e il numero di partecipanti va da un minimo di 3 ad un massimo di 10. Il valore delle carte è lo stesso della Briscola. I giocatori devono provare a rispondere al seme della carta di turno per effettuare una presa. Alla fine il piatto viene diviso tra i partecipanti sulla base di queste ultime. Se un giocatore non riesce ad eseguire una presa, perde e ‘va in Bestia’, in quanto è tenuto a contribuire al piatto raddoppiandone il valore. Se nessun partecipante ‘va in Bestia’, si riparte con un giro obbligatorio.

Il Trentuno è invece un gioco che va molto in voga nel corso delle festività natalizie. Anche in questo caso si usano le carte regionali. Ogni giocatore riceve inizialmente 3 carte e ha l’obiettivo di totalizzare un punteggio che non risulti essere il più basso tra quelli di tutti i partecipanti alla fine di un turno. I punteggi possono essere formati solo tramite carte dello stesso seme e quando si supera quota 21 è permesso ‘bussare’ (a meno che non ci si trovi all’inizio della smazzata), così da dare inizio ad un ultimo giro, al termine del quale tutti i giocatori dovranno dichiarare i rispettivi punteggi. Chi si ritrova con lo score inferiore perde una delle vite a disposizione. Chi riesce ad arrivare ai 31 punti, però, deve dichiararlo subito e sottrae una vita a tutti i partecipanti, a prescindere dai loro risultati.

Più singolare è il gioco dell’Assassino, che si può praticare di fatto con qualsiasi mazzo di carte. Di solito si utilizzano comunque quelle regionali. In gioco si usano tante carte quanti sono i partecipanti e tra queste va inserito almeno l’Asso di spade, che determinerà chi ricoprirà il ruolo dell’assassino. Quest’ultimo può eliminare gli avversari di cui incrocia lo sguardo con un occhiolino o gesti simili. Chi non è l’assassino deve provare a capire chi sia per vincere. In alcune varianti viene introdotta la figura dell’ispettore, che non può essere ucciso dall’assassino e che costringe quest’ultimo alla sconfitta in caso di tentata ‘esecuzione’.

Infine, tra i giochi poco ‘mainstream’ non si può non menzionare la Cirulla, una vera e propria versione alternativa della Scopa, in cui si deve arrivare però a 51 punti. Se la somma delle 4 carte poste inizialmente sul tavolo è pari a 15 o a 30 il mazziere può raccoglierle e guadagnare rispettivamente una o due Scope. Il primo a giocare è il partecipante alla destra del mazziere, dopodiché si procede fino all’esaurimento del mazzo. Per il resto, infatti, caratteristiche e regole della Cirulla sono pressoché identiche a quelle della Scopa classica ed è possibile anche giocare in coppia. Tuttavia, la Cirulla è molto meno conosciuta della Scopa vera e propria e di conseguenza non tutti preferiscono giocare a questa variante.