Detenuti disabili, ecco linee guida
ROMA – Nelle carceri italiani sono recluse 628 persone in condizione di disabilità: per garantire loro il pieno rispetto dei diritti il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha emanato la circolare “La condizione di disabilità motoria nell’ambiente penitenziario – Le limitazioni funzionali” che indica le le linee direttive in materia di barriere, formazione e assistenza sanitaria.
L’Amministrazione Penitenziaria, nel rispetto delle Convenzioni Internazionali e delle norme nazionali, ha inteso aggiornare le disposizioni già adottate in passato adeguandole a più recenti provvedimenti in materia, in linea con gli interventi messi in atto per migliorare le condizioni detentive e, nello specifico, per garantire la massima autonomia possibile del disabile, si legge in una nota. La circolare è diretta agli adeguamenti degli spazi, sia per la realizzazione di nuove strutture penitenziarie, sia nella manutenzione e nell’ammodernamento di quelle esistenti. Gli interventi migliorativi prevedono l’abbattimento di barriere architettoniche, la realizzazione di percorsi e varchi per gli spostamenti verticali e orizzontali, adeguatamente dimensionati e attrezzati per garantire l’accessibilità ai locali frequentati da detenuti e/o operatori disabili, nonché ambienti con servizi igienici dedicati e una camera di pernottamento adeguata per ogni circuito. Inoltre, ai detenuti disabili dovrà essere garantita, eventualmente anche con la necessaria assistenza, la libera ed autonoma circolazione all’interno dell’istituto, compresa l’accessibilità ai locali destinati alle attività trattamentali. Secondo quanto indicato dal Dap laddove non siano disponibili ambienti adeguatamente attrezzati, dovrà essere verificata la presenza di luoghi idonei alle esigenze del disabile nell’istituto più vicino, così garantendo anche il principio della territorialità della pena.
Il programma di trattamento rieducativo individualizzato (previsto dall’art. 13 l. 354/1975) dovrà tenere conto delle limitazioni funzionali dei diversi gradi di disabilità, favorire l’occupazione lavorativa e l’assistenza dei patronati e degli organi istituzionali preposti alla valutazione dello stato di disabilità (ASL e INPS). Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, di competenza della ASL, le direzioni degli istituti penitenziari dovranno segnalare, in collaborazione con i Provveditorati regionali, alle direzioni generali delle ASL l’opportunità di implementare i servizi sanitari interni per le esigenze delle persone con disabilità presenti. La circolare pone particolare attenzione alla formazione di detenuti lavoranti con competenze adeguate per lo svolgimento di interventi secondo il modello di “caregiver” familiare. Attraverso gli applicativi “Spazi detentivi” e “Torreggiani” saranno monitorate e incentivate le attività di formazione e di assistenza. (Agenzia Redattore Sociale)