Disabilità, Ami chiede un piano nazionale per garantire fruizione spiagge
Nonostante il gran numero di persone con disabilità e il crescente numero dei nostri anziani, il sistema balneare italiano non è assolutamente in grado di accogliere coloro con ridotte capacità motorie o difficoltà neurologiche. Pochissimi sono gli stabilimenti balneari dotati di idonei servizi alla disabilità e, cosa ancor peggiore, rarissime spiagge pubbliche se ne dotano.
“Il nostro Paese ha oltre 7000 km di coste, per lo più precluse alle persone con disabilità- afferma Alessandro Botti, Presidente di Ambiente Mare Italia AMI- Il 5.2% della popolazione italiana, cioè oltre 3 milioni di persone, sono disabili, non in grado di accedere alle spiagge e al mare, senza idonee strutture a loro dedicate. I Comuni devono attivarsi immediatamente per la realizzazione di tali strutture nelle spiagge libere e verificare il rispetto della normativa sulle barriere architettoniche da parte dei concessionari, troppo spesso inerti”.I dati di una recente indagine1 riportano come la gran parte degli stabilimenti ispezionati siano in grado di garantire I servizi minimi come accesso ai locali di ristorazione, servizi igienici e spogliatoi, ma non siano in grado di garantire l’accesso alla spiaggia e la libera balneazione. Solo pochissimi infatti sono gli stabilimenti concessionari di beni demaniali attrezzati per mettere a disposizione dei visitatori con disabilità, ad esempio, una sedia Job per fare il bagno.
La ricerca evidenzia soprattutto come negli ultimi anni I prezzi per un soggiorno settimanale negli stabilimenti balneari siano aumentati in media del 17%; la spesa settimanale media oscilla tra i 250 e i 290 euro. Queste condizioni, legate all’assenza di servizi minimi di accesso nella maggior parte delle spiagge libere, rendono sempre di più un lusso per le persone con disabilità godere della bellezza del nostro mare.
Ambiente Mare Italia- AMI chiede un piano nazionale, interventi normativi e maggiori controlli da parte di Stato, Regioni e Comuni al fine di garantire la libera fruizione di spiagge e mare alle persone con disabilità e non costringerle a spese negli stabilimenti o spostamenti di località marine per la mancanza dei servizi necessari. Affinché il mare non divenga un diritto negato.