Disabilità, Fish: “In Calabria ancora ghetti per i malati psichici”
LAMEZIA TERME – “Sta circolando un video sui social network che mostra un gruppo di persone con gravi disabilità abbandonate a se stesse in una palestra-ghetto, nel centro di recupero neurologico di Locri gestito dall’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. Si tratta di persone maltrattate e private di ogni relazione con il mondo che le circonda. Questa è una notizia scioccante che ci fa tornare improvvisamente indietro negli anni; sembra che siamo tornati ai tempi dell’istituto ‘Papa Giovanni XXIII’ di Serra d’Aiello, il lager in cui i pazienti venivano trattati come bestie. Situazioni del genere vanificano tutte le lotte e le azioni positive che nel frattempo sono state realizzate in Calabria”. E’ il grido di rabbia e di dolore che, nella giornata internazionale delle persone con disabilità, viene lanciato da Nunzia Coppedè presidente calabrese della Fish (Federazione italiana superamento handicap).
Questa mattina, nella sede regionale della federazione a Lamezia Terme, Coppedè ha tenuto una conferenza stampa per denunciare le gravissime condizioni in cui versa il gruppo di persone disabili di Locri e per evidenziare le criticità irrisolte del sistema socio-sanitario calabrese. “I servizi sociali e socio-sanitari accreditati della nostra regione sono ormai al collasso – ha incalzato la presidente della Fish durante l’incontro con i giornalisti- il ritardato pagamento delle rette, mette in difficoltà anche chi ha le migliori intenzioni nella gestione dei servizi, questa problematicità si ripercuote sia sulle persone assistite che sugli operatori e sulle loro famiglie”. Coppedè ha precisato: “i fondi per la non autosufficienza continuano ad esserci e a coprire parzialmente molte emergenze ma solo in parte. Infatti il numero di ore di assistenza domiciliare che riescono a coprire è esiguo e lontano dal dare una risposta adeguata al bisogno effettivo”. Inoltre è stata anche rimarcata la lentezza esasperante con cui i comuni mandano avanti i processi, “una attesa che le persone in situazione di bisogno subiscono e pagano caramente”. Altra nota dolente è l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità. “Nonostante l’istruzione sia un diritto costituzionale per tutti – ha fatto notare Coppedè – per questi alunni lo è solamente a condizione che, chi ha le competenze per garantire i servizi di supporto all’integrazione, faccia il proprio dovere fino in fondo”.
La situazione reale è che “sono già trascorsi quasi tre mesi dall’avvio dell’anno scolastico e, a molti alunni con disabilità è ancora negato il diritto di frequenza o lo è a patto che i genitori restino nei paraggi della scuola per accompagnare in caso di bisogno il proprio figlio in bagno”. Questi sono solo alcune delle pesanti problematiche che la Fish Calabria ha voluto riportare all’attenzione del governatore Mario Oliverio, a tutta l’amministrazione regionale senza dimenticare il commissario alla sanità nominato dall’esecutivo nazionale Massimo Scura. L’appello lanciato da Coppedè ha come destinatari anche i dirigenti delle aziende provinciali calabresi, i presidenti delle province e i sindaci dei comuni di tutta la regione. “Siamo convinti –ha ribadito la presidente della Fish Calabria – che una politica più umana e inclusiva a favore delle persone con disabilità necessiti del contributo di tutti gli attori coinvolti, ognuno in base alle competenze e al ruolo istituzionale che ricopre. Perché questa giornata non diventi un giorno qualunque e insignificante, ma lasci un segno importante chiediamo di essere ascoltati”.
Altra critica mossa alla classe politica e ai rappresentanti della sanità calabrese è stata “la difficoltà che i rappresentanti del mondo della disabilità hanno incontrano quotidianamente nel chiedere udienza e attenzione agli esponenti istituzionali, al fine di poter concordare e partecipare attivamente alla realizzazione di politiche inclusive”. Coppedè ha concluso l’incontro rivolgendosi al governatore: “Presidente Oliverio, le ricordiamo il suo impegno durante la campagna elettorale di attivare un tavolo permanente sulle politiche sociali. Noi quel tavolo lo stiamo ancora aspettando e vogliamo esserci poiché riteniamo che sia l’unico modo per essere protagonisti attivi e propostivi della nostra vita e proponiamo che si chiami ‘tavolo per le politiche inclusive’ e che coinvolga il maggior numero di assessorati oltre a quello delle politiche sociali”.