DivorceDay: finite le feste, aumentano i divorzi o ritornano gli amanti?
E’ la giornata in cui si registrano più richieste di divorzio e coincide con il periodo post festività natalizie. Ma è davvero così o si tratta di una mossa per tenere a bada l’amante? Risponde a questa e ad altre domande l’autore di “Love Advisor”, il libro che raccoglie i profili di uomini da scegliere o evitare e le recensioni delle donne che ci sono già passate
Non è certo una casualità che si riparli di coppie appena rientrati dalle feste in famiglia. E’ proprio questo il periodo in cui ritornano gli amanti che avevate allontanato, o quelli che si erano resi latitanti prima delle feste (Divorce Day, il primo lunedì dopo le vacanze di Natale). Cosa si nasconde dietro questa scelta? E’ una tattica per riprendersi l’amante troppo assillante che era stata messa in stand-by? Cosa è meglio fare?
Love Advisor”, spiega cosa si nasconde dietro le scelte di numerosi uomini e suggerisce come poterli affrontare D: PIUTTOSTO CHE DIVORCE DAY TU LO CHIAMI IL RITORNO DEGLI AMANTI. PERCHE’? R: “Perché il divorzio non c’entra nulla e se viene annunciato in questo momento è una scusa per ritornare dall’amante che era stata messa in “naftalina”. Adesso la parola divorzio è un modo per riottenere udienza dall’amante e calmarla”. D: C’E’ UN MOTIVO PER CUI DOPO LE FESTE, TORNANO ALL’ATTACCO GLI AMANTI? R: “Si stanno rifacendo vivi quelli che vi avevano liquidato con un messaggio prima delle feste perché “così non si può andare avanti”, “sei diventata insopportabile”, “ho bisogno di capire non sono lucido sono confuso”, fino al “non voglio farti del male”, “ora non posso darti quello che vuoi” e così via. Lui non molla la moglie, anzi ci ha fatto le ennesime vacanze e Capodanno, dopo aver giurato già l’anno scorso che sarebbero state le ultime. Sì è così: lui non molla la moglie, pur parlandone male, pur descrivendo il suo matrimonio come finito da tempo, senza sesso, senza prospettive. Tradito una o più volte o da sempre negli anni. E più parla male del suo matrimonio e meno si capisce perché non lascia e sceglie voi, “la donna migliore della sua vita”. D: MA COSA PROMETTONO PER FARSI RIASCOLTARE? R: “Hanno appena messo in sicurezza il matrimonio ottemperando al Natale e Capodanno in famiglia, hanno goduto della pausa di silenzio con voi che lo mettono alle strette con domande e osservazioni più che pertinenti, hanno fatto il sesso coniugale (che negherà sempre), hanno fatto il bravo papà e il bravo coniuge davanti a tutti, e ora sono annoiati e rivogliono il loro giocattolo, la loro consulente psicologica”. D: MA COME CI RIPROVANO? R: “C’è quello che ci prova col messaggio, con la mail, con la telefonata, con i fiori, col regalino… Butta l’amo, per vedere se il pesce è ancora arrabbiato per il bidone delle feste in famiglia o gira intorno all’esca. Sono tutti tentativi per vedere che reazione avete al primo lancio della canna da pesca, preparatori per l’assalto di gennaio. A seconda della vostra reazione rilancerà, perché non gli costa nulla. Inizierà un assedio di messaggi, visite lavorative (non ha vergogna neanche di usare il lavoro per assediarvi) o dove abitate, usando l’arma della seduzione, della promessa, della paura (se fai così mi perdi definitivamente), del ricatto (mi molli adesso non mi hai dato tempo). Non fatevi abbindolare dall’insistenza prendendola per vero interesse, vero amore”. D: PERCHE’ NON ACCETTARE? R: “Per molte è iniziato l’assedio dei messaggi e delle telefonate, propedeutici all’incontro di gennaio, quello nel quale lui conta crederete ancora al suo amore, alle sue parole, alle sue lacrime teatrali, alle sue nuove promesse e giuramenti. Non fatelo. Non rispondete. Non incontratelo. Bloccate tutto, se non volete rendere inutili fatica e dolore che avete passato tutte le volte che lui vi ha buttato giù dalla torre per starci con la tanto criticata moglie. Ma non buttate via il patrimonio di distacco e silenzio purificatore che aveva iniziato a depurarvi, affrancarvi, liberarvi per delle parole vuote”. D: QUANTE SONO LE COPPIE IN CRISI? R: “La mia Epidemiologia di coppia, cioè le statistiche che nascono dalle storie e confessioni dei miei lettori incrociate con altri dati pubblici, stimano che nel nostro Paese almeno metà dei matrimoni in crisi (più o meno conclamata) “convive” con un’amante. Non solo: l’amante stampella, cioè quella che permette al matrimonio di resistere nel tempo senza riuscire a metterlo in pericolo, è “l’istituzione relazionale parallela” più diffusa. Una categoria diffusa almeno quanto quello che definisco il matrimonio azienda, quello dove la coppia non è più coppia ma sta insieme per soldi, figli, parenti, facciata sociale convenienza. Parliamo di milioni di persone, non di storie clandestine di nicchia”.
Alessandro Pellizzari, autore di alessandropellizzari.com e del suo ultimo libro “