Donna uccisa a Cutro, fermato ex marito

Alle ore 18.30 circa dello scorso 8 marzo, i Carabinieri della Stazione di Cutro, unitamente a quelli della Sezione Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Crotone e al personale del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale del Capoluogo, si sono recati nella Frazione “San Leonardo” di Cutro, ove, poco prima, il personale del “118” era intervenuto presso l’abitazione di RIBECCO Vincenza, 60enne, su segnalazione del figlio, 26enne, rinvenendola esanime al suolo nella stanza adibita a cucina e soggiorno, non distante dalla porta d’ingresso.

Appena giunti sul posto, i militari hanno constatato la presenza di numerose persone sulla “scena del crimine”, che, pur risultando parzialmente compromessa, ha comunque ha fornito chiari riscontri circa le modalità omicidiarie adottate dall’allora ignoto autore, che sicuramente aveva esploso, a breve distanza dalla porta-finestra d’ingresso in vetro, un colpo d’arma da fuoco all’indirizzo della vittima, attingendola mortalmente al petto. Determinanti per la prosecuzione e il successivo rapido buon esito delle indagini sono risultate le escussioni a sommarie informazioni del medico di base della vittima, nonché dei parenti cutresi della stessa, dalle quali è emerso che, nonostante l’assenza di evidenze agli atti dell’Arma locale e di eventuali denunce per lesioni, maltrattamenti in famiglia, atti persecutori o altri cosiddetti “reati spia”, la donna stava vivendo un momento d’ansia dovuto alle pressioni, mai violente, effettuate dall’ex marito per rivalutare la loro situazione e vagliare la possibilità di tornare assieme.

Si è reso, inoltre, necessario far escutere a sommarie informazioni testimoniali dai Carabinieri di Cadelbosco di Sopra (RE) e Suzzara (MN), rispettivamente, la sorella e il fratello di D. A., acclarando, dalle risultanze ottenute, la possibilità concreta che lo stesso, nel pomeriggio, a seguito di un diverbio verificatosi con l’ex moglie, potesse essere l’autore dell’evento delittuoso per il quale
si stava indagando, circostanza, infine, avvalorata dalle spontanee dichiarazioni rese dal fermato alla Polizia Giudiziaria operante verso le successive ore 2.00, quando, pur non confessando la premeditazione del gesto, ha comunque affermato di essersi recato lo scorso pomeriggio presso la dimora dell’ex moglie per dialogare, venendo dalla stessa verbalmente aggredito e, nel tentativo di
far ingresso nella sua abitazione, esplodendo accidentalmente un colpo d’arma da fuoco con una pistola, di cui si era successivamente disfatto, gettandola in una zona rurale particolarmente impervia e scoscesa, ubicata tra la citata Frazione “San Leonardo” e il centro di Cutro, che ha contribuito a far rinvenire e recuperare poche ore dopo la sua fattiva collaborazione. Lo stesso, inoltre, aveva indicato quale movente del suo gesto la gelosia dovuta a una possibile relazione della vittima con un altro
uomo, non riscontrata nel corso delle indagini.

Al termine delle formalità di rito, nelle prime ore della mattinata odierna, D. A. è stato sottoposto al provvedimento di Fermo d’Indiziato di Delitto d’iniziativa da parte della Polizia Giudiziaria operante per “omicidio aggravato dalla premeditazione”, “porto illegale di arma comune da sparo clandestina”, “detenzione illegale di munizionamento” e “ricettazione”, venendo condotto presso
la Casa Circondariale di Crotone e messo a disposizione della competente autorità giudiziaria, mentre la pistola rinvenuta è stata sequestrata e sarà inviata al R.I.S. di Messina per l’espletamento degli opportuni accertamenti balistici, volti alla comparazione della stessa con un bossolo calibro 7,65 trovato nel corso del sopralluogo, nelle immediate adiacenze dell’ingresso della casa della
malcapitata.

L’attività odierna, coordinata dal Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica di Crotone, testimonia l’efficacia di un’attenta e tempestiva azione di contrasto effettuata dall’Arma dei Carabinieri alla diffusione dei reati contro la persona e, in particolare, dei cosiddetti “femminicidi”.