Dove le parole falliscono, parla la musica
L’autrice di questo articolo è Salsa Zeineddin, una ragazza palestinese di 22 anni, laureta in Letteratura Inglese all’Università Islamica di Gaza. E’ anche volontaria di Euro-Med Human Rights Monitor. Fa parte della rete di wearenotnumbers.org
GAZA – Ho sempre pensato che il lieto fine sia solo un mito. Il “The End” nella mia vita è spesso triste. Ma anno dopo anno, sto scoprendo quanto Dicembre possa riservarci il finale migliore. Anche se è il mese più freddo dell’anno, Dicembre mi fa sentire ‘calore’.
Nel profondo silenzio dell’attesa, la musica inizia con le dita dei violinisti che premono sulle corde e con gli archi che accarezzano gli strumenti con calma e maestria. Puoi quasi vedere le loro mani che danzano con i loro cuori, producendo un suono magico.
In una fredda serata di questo Dicembre, due violinisti francesi, Peter Sulski and Belina Frenandez, e un violinista palestinese, Ramzi Abu Radwan si sono esibiti nella Chiesa del Patriarca Latino in Gaza City. Al concerto hanno partecipato decine di palestinesi cristiani e musulmani.
Nel corso della serata, il trio ha eseguito, tra gli altri, brani di Georg Philipp Telemann, Johann Sebastian Bach e Wolfgang Amadeus Mozart.
“Finalmente sono riuscito a partecipare a questa manifestazione – spiega Ramzi Abu Radwan – è la prima volta in otto anni. Fino ad ora non c’ero mai riuscito” a causa dell’occupazione e del blocco di Israele che impediscono ai palestinesi di muoversi liberamente all’interno dei loro stessi territori.
Non capisco niente di violino o di musica classica. Ma qui non si tratta di capire la musica, quando di ‘sentirla’, di ‘viverla’. Quando ho ascoltato la musica, mi sono sentito libera, come se venissi trasportato in un altro mondo. Quando i musicisti hanno eseguito un brano irlandese, il mio cuore ha iniziato a danzare e il sangue pulsava nelle vene. I miei piedi hanno iniziato a muoversi e mi sembrava di stare attraversando campi e foreste, osservavo la natura circostante attraverso quella melodia. Il mio viaggio si è concluso con un intenso applauso.
“La bella musica è l’arte dei profeti che rasserenano le anime agitate; è uno dei regali più grandiosi e piacevoli che Dio ci ha donato”.
Questa citazione di Martin Lutero cattura perfettamente l’atmosfera della serata. Persino i bambini se ne stavano seduti in silenzio, come se dal cielo fosse scesa la calma su tutti. Guardavo il pubblico applaudire, e ho visto una persona che batteva sulla sedia a ritmo di musica mentre con gli occhi seguiva il movimento delle dita dei violinisti.
Nonostante il freddo fuori, l’atmosfera dentro era calda. Altrove possono esserci conflitti tra diverse religioni, ma a Gaza, la musica unisce Cristiani e Musulmani.
*il titolo dell’articolo è una citazione di Hans Christian Andersen
Salsabel Zeineddin per wearenotnumbers.org
traduzione a cura della Redazione