E’ morto Luigi Brunori, malato di Sla che chiedeva la legge per l’eutanasia

Luigi Brunori

Luigi Brunori

ROMA – Ha chiesto fino all’ultimo che fosse calendarizzata la discussione della proposta di legge sulla legalizzazione dell’eutanasia. Lui, che sapeva bene cosa significa soffrire tanto, forse troppo. Ma che ha saputo affrontare con coraggio e dignità una malattia terribile e impietosa come la Sla. Luigi Brunori è morto ieri, dopo aver condotto tante battaglie, sia contro il suo male, sia per il riconoscimento dei suoi diritti, insieme all’associazione Luca Coscioni, di cui faceva parte. Ed è proprio l’associazione a dare la notizia della sua morte e a ricordarlo così: “Insieme ad altri tre iscritti all’Associazione (Ida Rescenzo, malata di distrofia muscolare, Walter Piludu e Max Fanelli, malati di SLA), a maggio 2015 scrisse ai capigruppo di Camera e Senato per chiedere la calendarizzazione della proposta di legge popolare”.

Non cerchiamo compassione, ma diritti – aveva scritto Brunori nel suo appello – Non pretendiamo che Lei condivida nel merito la nostra esigenza di libertà nelle scelte di fine vita. Ma chiediamo – questo sì, nella maniera più assoluta – che sia aperto un dibattito e che siano assunte delle decisioni di fronte all’opinione pubblica. Non lo impone soltanto l’importanza del tema, ma anche la Costituzione, che attribuisce al popolo l’esercizio diretto dell’iniziativa delle leggi”.

Così oggi lo ricorda Mina Welby: “Ciao Luigi. Ti abbiamo conosciuto, ironico corridore, quando, tre anni fa, ci invitasti alla Maratona di Roma per vincere la SLA. Non ti sei mai fermato, nonostante le tue difficoltà fisiche crescessero. Tu, Gigi, legato da un amore e affetto complice e tenace a Gina, con lei hai intrapreso delle scalate difficili. Nemmeno la SLA ti fu di ostacolo, ma, anzi, ti servì come trampolino di lancio per essere promotore di idee e spinta per tutti a vegliare sui nostri diritti nella malattia, fino alla fine. Lo sapevi fare come uomo credente e legato nella tua fede profonda e genuina. Hai fatto un cammino da socio dell’Associazione Luca Coscioni tutto in salita, per sensibilizzare una politica sorda, a prendersi carico degli abitanti d’Italia nelle estreme difficoltà della loro maratona di vita, per arrivare alla meta. Insieme a noi hai chiesto con un tuo grido di dolore estremo un dibattito sulla proposta di legge per l’eutanasia legale in parlamento. Gigi caro, ora riposa! Continuiamo nelle tue orme”. (Redattore Sociale)