Egitto, arrestato il consulente della famiglia Regeni
(Comunicato Stampa) – Il massiccio spiegamento di forze e mezzi di sicurezza ha di fatto impedito lo svolgimento delle manifestazioni pacifiche indette per protestare contro la cessione di due isole del mar Rosso all’Arabia Saudita, una decisione che secondo molti gruppi della società civile egiziana è stata presa in modo incostituzionale e privo di trasparenza.
Almeno altre 90 persone erano state arrestate tra il 21 e il 24 aprile.
Gli arrestati dovranno rispondere di varie accuse, tra cui reati contro la sicurezza nazionale e violazioni della legge antiterrorismo e della legge sulle proteste.
Tra le persone arrestate figurano la nota attivista Sanaa Seif, l’avvocato Malek Adly e Ahmed Abdullah, presidente della Commissione egiziana per i diritti e le libertà, l’organizzazione non governativa per i diritti umani che sta offrendo attività di consulenza ai legali della famiglia di Giulio Regeni.
Ahmed Abdullah è stato prelevato nella sua abitazione nella notte tra il 24 e il 25 aprile dalle Forze speciali. È accusato di istigazione alla violenza per rovesciare il governo, adesione a un gruppo “terroristico” e promozione del “terrorismo”.
Il 22 aprile era stato arrestato Haytham Mohammedein, avvocato e portavoce del Movimento rivoluzionario socialista. È stato tenuto bendato durante gli interrogatori e portato dopo più di 24 ore di fronte a un giudice, che ne ha convalidato la detenzione per altri 15 giorni con le accuse di “adesione al gruppo fuorilegge della Fratellanza musulmana”, “tentativo di rovesciare il governo” e “convocazione di proteste contro la ridefinizione della frontiera marittima del paese”.
Amnesty International ha sollecitato le autorità egiziane a rispettare il diritto di manifestazione pacifica e la libertà di espressione e a rilasciare tutte le persone arrestate per aver manifestato in forma pacifica.