Emergenza neve, attivisti e migranti sui Monti Sibillini per aiutare
BOLOGNA – C’erano anche 4 migranti che partecipano al Progetto Accoglienza Degna di Làbas nel gruppo che domenica 22 gennaio è sceso in Centro Italia per dare una mano alle Brigate di solidarietà attiva a liberare strade e accessi dalla neve. “Siamo in contatto con le Brigate fin dal terremoto dello scorso agosto – racconta Detjon Begaj di Làbas – Ci siamo attivati con raccolte di beni e cene di solidarietà, in questi giorni l’emergenza neve si è sommata a quella del terremoto e abbiamo deciso di dare una mano”. Sono partiti in 15 da Bologna, “alle 5 per riuscire a essere operativi presto e sfruttare tutte le ore di luce”, verso i Monti Sibillini: 11 volontari del centro e 4 migranti. “Noi abbiamo chiesto chi aveva voglia di partire e loro sono stati entusiasti – racconta Begaj – Si sono divertiti, come noi. È stata una bella esperienza”.
Cheikh, 23 anni senegalese, è uno dei 4 ragazzi che ha accettato con entusiasmo di andare a dare una mano in Centro Italia. “Sono stato contento di poter aiutare”, dice. Da circa 3 mesi, Cheikh vive nel dormitorio sociale di Làbas. “Sono scappato dal mio Paese per motivi politici – racconta – Dalla Sicilia sono arrivato a Bologna, in via Mattei”. Dall’hub, Cheikh ha passato un paio di centri di accoglienza, ma poi è rimasto per strada. In Senegal, lavorava come elettricista, adesso sta frequentando la scuola di italiano aperta da qualche settimana a Làbas e un corso di formazione per imparare a usare il computer.
Il gruppo di volontari è stato a Montefortino, località sui Monti Sibillini al confine tra le province di Fermo e Ascoli Piceno, “per liberare un allevamento di pecore rimasto sotto la neve”, e poi a Comunanza, paese in provincia di Ascoli Piceno, “per sgombrare dalla neve l’accesso alla casa di una signora anziana che da una settimana era completamente isolata”. Entrambe le situazioni erano state segnalate dalle Brigate che coordinano gli interventi sul territorio.
Cheikh e gli altri 3 giovani migranti (hanno tutti meno di 23 anni) sono arrivati a Làbas dopo l’estate. “Fino a luglio il dormitorio era pieno poi ci sono stati ricambi e con i nuovi colloqui siamo riusciti a inserirli – racconta Malvina, referente del progetto Accoglienza Degna per Làbas – Frequentano la scuola di italiano e cerchiamo di inserirli in percorsi di formazione. L’accoglienza non ha una scadenza ma diamo loro il tempo necessario per trovare un lavoro, riuscire a pagare un affitto. Il nostro obiettivo è aiutarli a diventare autonomi”. (Agenzia Redattore Sociale)