Estate, Fanailp: “Lo smart working piace”
In estate si continua a lavorare al mare o in montagna, c’è addirittura chi riesce ad abbronzarsi sotto l’ombrellone, ma davanti alla tastiera. Il 65% si dichiara molto soddisfatto, (la percentuale sale, poi, al 73% tra le donne), 6 su 10 ha un impiego statale, è preferito nella classe di età 30-55 anni, mentre gli over60 non vedono l’ora di tornare in ufficio. Di cosa stiamo parlando? Dei risultati in tema di gradimento dello ‘smart working’ da parte degli italiani sulla base di un sondaggio della Fenailp che ha coinvolto 1.000 lavoratori pubblici e privati.
Il Covid-19 ha coniato questo nuovo termine: ‘smart working’ o lavoro agile e gli italiani hanno imparato a fare di necessità virtù. Molti rinviano le ferie estive ma si trasferiscono ugualmente con la famiglia nei luoghi di villeggiatura pur continuando a lavorare. Poco importa se nella seconda casa o in albergo, molte strutture hanno allestito aree dedicate a computer e wifi, ed il gioco è fatto: la famiglia in vacanza ed il papà (o la mamma) a lavorare. In questo modo si unisce l’utile al dilettevole conciliando al meglio i tempi di attività e quelli liberi.
“Il mondo del lavoro è profondamente cambiato nelle modalità di esecuzione – ha affermato Roberto Incoronato presidente provinciale di Vibo Valentia della Fenailp – Federazione Nazionale Autonoma Imprenditori e Liberi Professionisti – e se, in prospettiva, dobbiamo tenere conto che i lavoratori passeranno sempre più tempo a casa, il settore del turismo, quello dei pubblici esercizi e tutto l’indotto generato dalla presenza in ufficio, ne sta risentendo pesantemente con un inevitabile calo di presenze e di fatturato complessivo”.
Basta – quindi – timbrare il cartellino dopo estenuanti tragitti casa-lavoro, compresa la ‘roulette’ per trovare un posto-auto libero. Almeno ad agosto si può sorseggiare il secondo caffè del mattino all’aria aperta, magari in costume, dopo aver inviato mail e documenti di lavoro. I numeri della pandemia cominciano a preoccupare di nuovo, ma anche il pensiero di dover rientrare in ufficio – prima o poi – crea a molti un certo disagio.