Ex Ilva, i 575 milioni tornano a Taranto
Di Massimo Mastruzzo*
Le risorse destinate alle bonifiche dell’area di Taranto, prevista da una norma inserita nel decreto Milleproroghe, rischiavano paradossalmente di essere sottratte proprio dai piani di decarbonizzazione di Acciaierie d’Italia.
Lo spostamento del “tesoretto” di 575 milioni di euro dalle bonifiche alle attività produttive, era stato voluto dal Mite che aveva chiesto di ricalcolare i valori epidemiologici che hanno portato alla valutazione del danno sanitario con rischio cancerogeno elevato.
In sostanza, con l’articolo 21 – “Imprese di interesse strategico nazionale” – del decreto Legge del 30 dicembre, le somme rimaste inutilizzate, ovvero 575 milioni, rischiavano di non essere più destinate alle bonifiche.
Fortunatamente nelle commissioni riunite Bilancio e Affari Costituzionali della Camera è stato approvato l’emendamento ottenuto dalla convergenza di M5S, PD, Forza Italia, che sopprime l’articolo 21 che mirava a destinare i 575 milioni di euro alla decarbonizzazione dei processi produttivi di Acciaierie d’Italia – Ex Ilva, facendo prevalere l’importanza di non sottrarre queste ingenti risorse che i cittadini tarantini meritano per le bonifiche del proprio territorio.
I fondi provenienti dai beni sequestrati alla famiglia Riva, tornano così ad essere disponibili per gli interventi di bonifica del territorio di Taranto nelle zone più compromesse dall’inquinamento industriale.
Lega e Fratelli d’Italia ora dovrebbero spiegare le ragioni del loro voto contrario ad un emendamento che ha riconsegnato a Taranto le risorse per le bonifiche.
*Direttivo nazionale M24A-ET Movimento per l’Equità Territoriale