“Facciamo del bene per farci voler bene”. Intervista a Pino De Lucia, ex presidente di Agorà Kroton
(di Francesca Caiazzo) CROTONE – Lo incontriamo per strada, Pino De Lucia. E’ in compagnia del figlio e insieme ci dirigiamo verso la sede della Cooperativa Agorà Kroton. Passiamo davanti a un bar. “Ecco, vedi quell’uomo – mi dice – fino a qualche giorno fa dormiva per strada, l’ho portato alla San Paolo (parrocchia in periferia di Crotone, ndr) e ora almeno ha un posto dove stare di notte. Di giorno, invece, i gestori del bar lo lasciano stare dentro, nel locale”. Non parla mai di se stesso, Pino, ma ha sempre qualche storia da raccontare, di persone che soffrono o di iniziative volte all’integrazione, alla solidarietà. Ne parla sempre con gli occhi che si illuminano.
La Coop Agorà, di cui è stato presidente fino a poche settimane fa, “ha sempre operato nel rispetto delle regole”. Per questo, quando la Procura di Crotone avviò un’indagine che lo coinvolgeva direttamente, per lui è stato un duro colpo.
Seduto alla scrivania del suo ufficio, ripercorre le fasi della vicenda. Agorà aveva partecipato insieme ad altre tre cooperative sociali a un bando indetto dal Comune di Crotone, guidato dall’allora sindaco Vallone. Si trattava di ordinaria attività di verde pubblico che le coop avrebbero dovuto far svolgere a soggetti disoccupati da almeno 24 mesi. Secondo gli investigatori, nelle procedure si sarebbero verificate delle irregolarità, e nel caso specifico di Agorà, non sarebbero stati rispettati i requisiti di anzianità di disoccupazione. Carte alla mano – Agorà aveva chiesto ai soggetti interessati il modello C2 dell’INPS – De Lucia ha provato a spiegare al PM come effettivamente stavano le cose. Tutto regolare, in effetti, così per l’ex presidente di Agorà viene chiesta l’archiviazione.
“Da quando è nata, la Cooperativa ha deciso di operare sempre nella legalità e la legalità ha un costo” ci spiega sorridendo “stare nella legalità significa stare nella povertà, perché quando operi nel sociale è difficile che ti arricchisci, a meno che non si imbrogli”. Sorride, ora, Pino. E tira un sospiro di sollievo.
Il dubbio, l’ombra del sospetto, infine la chiarezza. Ma “nonostante abbia sempre avuto la ferma consapevolezza di essere nel giusto, resta la sofferenza che tutta questa vicenda ha causato a me e ai collaboratori che ogni giorno operano nella cooperativa per aiutare gli ultimi”. Una sofferenza sincera, spiega De Lucia, che “le persone oneste patiscono di più, perché chi imbroglia con la consapevolezza di farlo, sa bene che prima o poi si può trovare in situazioni del genere. Noi vogliamo continuare a fare del bene e crediamo che la gente ci voglia bene proprio per questo. L’unica nostra vera gratificazione è il rispetto delle persone”.