Felicia Impastato, una madre coraggio contro la Mafia
Più di 22 anni per assicurare i responsabili dell’omicidio mafioso del figlio alla giustizia. Una vita, quella di Felicia Impastato, volta alla ricerca della verità sulla tragica morte del suo Peppino, ucciso dalla mafia siciliana la notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978. Il giornalista e militante di Democrazia Proletaria pagò con la vita il suo impegno contro la criminalità organizzata, con la quale la sua stessa famiglia era imparentata.
Felicia Impastato, una vita per la verità
Nata a Cinisi del 1916, Felicia Bartolotta si unisce in matrimonio nel 1947 con Luigi Impastato. L’uomo è un allevatore imparentato con la potente mafia locale: è il cognato del boss del paese, Cesare Manzella.
Nonostante i legami scomodi, i due figli nati dal matrimonio, Peppino e Giovanni, tengono le distanze da certi ambienti. È soprattutto il primo, giornalista e attivista politico, a non voler accettare il predominio mafioso sulla sua terra meravigliosa. Ne parla alla radio, prendendo in giro i capomafia locali. Ne parla apertamente in pubblico, ne scrive sul giornale.
A causa della sua attività, Peppino si scontrerà spesso col padre che arriva a cacciarlo di casa. Questi morirà in un misterioso incidente, che farà capire alla donna che ora Peppino è davvero solo contro i suoi nemici.
Un impegno sociale che il giovane pagherà con la vita, quando, durante le elezioni per il Consiglio Comunale di Cinisi viene assassinato. La sua morte, ordinata da Gaetano Badalamenti, viene fatta passare prima come un atto terroristico, poi come un suicidio.
Una versione che non ha mai convinto la donna che insieme al figlio Giovanni ha lottato per 22 anni per ottenere giustizia.
Felicia Impastato, ottiene giustizia
Per ben due volte, nel 1984 e nel 1992, il caso sull’omicidio di Peppino Impastato rischia di essere archiviato. È solo grazie ai familiari che il procedimento potrà proseguire. Oltre 20 anni di bugie e depistaggi, collusioni e omissioni passeranno dal quella tragica notte di maggio al giorno della sentenza di condanna.
Che arriva, finalmente, nel 2001 quando la Corte d’Assise condannò Vito Palazzolo e nel 2002 quando viene assicurato alla giustizia anche Gaetano Badalementi, condannato all’ergastolo. Fondamentali nella vicenda giudiziaria anche le dichiarazioni di alcuni pentiti che rivelarono cosa realmente fosse accaduto al povero Peppino.
Dopo la morte del quale, Felicia Impastato ha trascorso il resto della sua vita impegnandosi attivamente nel sociale contro la mafia.
Dopo la sua scomparsa, avvenuta il 7 dicembre del 2004, la sua abitazione di Cinisi è diventata la Casa della memoria Felicia e Peppino Impastato.
Dal 2016, viene onorata nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo a Milano. A questa grande madre coraggio, è stato dedicato il film tv che porta il suo nome, con una straordinaria interpretazione di Lunetta Savino.